Nella mattina del 10 novembre si è verificato l'attentato che ha colpito una scuola, un istituto tecnico, di Potiskum nel nordest della Nigeria. Attentato che registra la morte di 47 civili e il ferimento di 79. Secondo il portavoce della polizia locale, l'attacco sarebbe avvenuto durante una riunione studentesca ad opera d'un suicida appartenente all'organizzazione " Jama'at Ahl al- Sunna li- da'wa wa l- Jihad"conosciuta come Boko Haram.

Il gruppo terrorista opera attivamente nella regione dai primi anni del 2000, fondato da U. M. Yusuf con lo scopo di instaurare la shari'a, è entrato nella cronaca internazionale in seguito ai disordini, e la conseguente battaglia, del 2009 che videro la strage di circa 700 persone.

Boko Haram è individuato come un movimento clandestino di matrice islamica, fondamentalista, diviso in tre fazioni (secondo gli ultimi aggiornamenti). Il soprannome, Boko Haram, deriva dall'antagonismo del gruppo verso l'Occidente e i suoi costumi, visti come corruttori dell'Islam. Eric Guttschuss (su Irin News) racconta del fervore motivante i neo jihadisti, spinti da una volontà contrastante corruzione politica, disoccupazione, indigenza ma le degenerazioni violente susseguitesi nel corso degli anni sono molteplici. Ricordiamo gli attacchi ad Abuja, Suleja, Kano, l'assassinio di Franco Lamolinara e Christopher McManus (2012, gruppo scissionista) e i rapimenti delle studentesse cristiane, schiavizzate, adoperate nei combattimenti, destinate alla vendita come spose "in nome di Allah".

La campagna #BringBackOurGirls, a cui ha aderito anche H. Clinton, ha l'intento di ridare visibilità alla causa delle giovani rapite per favorire e accelerare il loro rientro. Dal 2009 sono oltre 500 le donne scomparse. Dubbi su collegamenti con il terrorismo straniero e contributi economici da parte dei governatori di alcune regioni (Kano e Bauchi) si sono susseguiti negli ultimi anni, fomentati da dichiarazioni degli stessi fondamentalisti.

Politica, religione, economia tra schiavitù e violenze in una connivenza dai dubbi contorni, dove la popolazione pretende risposte denunciando l'inerzia del governo centrale. Quello del 10 novembre è uno dei tanti attentati destinati a segnare irrimediabilmente la storia di stati come Borno e Nigeria, stati dove il velo dell'indifferenza non può e non deve essere posato.