"La jihad in Italia, un rischio ancora marginale ma esistente". Era il titolo di un ampio servizio che pubblicammo lo scorso 26 marzo su Blasting News Italia, ponendo l'accento sul fenomeno islamista nel nostro Paese. Legato per lo più a fatti sporadici, a pochi gruppi ancora disorganizzati ma, purtroppo, esistente. La recente operazione dei carabinieri del Ros e della Digos in Lombardia, in cui spiccano mandati d'arresto nei confronti di soggetti allora sospettati di aver abbracciato la causa dello Stato Islamico e di cui accennavamo nell'articolo suddetto, mette in luce un problema ancora in stato di incubazione ma prossimo a manifestarsi.

Mohamed Koraichi non sarebbe un semplice miliziano

Mohamed Koraichi ed Alice Brignoli, la coppia scomparsa da Bulciago (Lecco) lo scorso marzo, insieme ai tre figli piccoli. I familiari di lei sospettarono che entrambi avessero lasciato l'Italia per recarsi in Siria ed arruolarsi nelle milizie dell'Isis. Quel sospetto è oggi una certezzaed inoltre, dalle risultanze degli investigatori, il 31enne italo-marocchinon non sarebbe un semplice miliziano. Rivestirebbe, al contrario, un ruolo di spicco nell'arruolamento dei "foreign fighters". Il territorio di propaganda su cui si muove virtualmente potrebbe essere quello da lui conosciuto, l'Italia ed in particolare le provincie lombarde nelle quali avrebbero agito altri soggetti che potrebbero essere in contatto con lo stesso Koraichi.

Tra gli arrestati nell'operazione antiterrorismo dello scorso 28 aprile figura anche la sorella Wafa Koraichi ed inoltre, dalle ultime indiscrezioni trapelate, risulterebbe indagata anche l'altra sorella, Meryem. Senza dimenticare Abderrahim Moutaharrik, 28enne operaio e noto kickboxer, dalle cui intercettazioni telefoniche sarebbe partita buona parte dell'inchiesta.

Moutaharrik: 'Pronto a parlare con i giudici'

Abderrahim Moutaharrik sarebbe pronto a collaborare o, quantomeno, a spiegare ai magistrati la sua versione dei fatti. L'atleta italo-marocchino lo avrebbe detto nel corso di un colloquio in carcere con il suo legale e, pertanto, domani sarà ascoltato dal giudice per le indagini preliminari.

Le parole intercettate dai carabinieri del Ros, durante i suoi colloqui telefonici con Abderrahamane Khacia (anche lui finito in manette, ndr) sono molto pesanti. Le sue intenzioni dichiarate di "colpire Israele a Roma" sono state intese dagli investigatori come il progetto per un attentato, magari all'ambasciata israeliana nella capitale. Ma c'è di più, in un'altra intercettazione infatti Moutahrrik sostiene di aver "riconosciuto" Mohamed Koraichi in alcune immagini trasmesse da un'emittente televisiva (non ha specificato quale), e di averlo visto "in azione" con le milizie jihadiste. C'è inoltre l'invito, sempre rivolto a Khacia, di fargli conoscere nuovi giovani di Lecco, per "mettergli a posto la testa".

Chi è il punto di riferimento dell'Isis in Italia?

C'è da chiedersi se esiste un punto di riferimento dello Stato Islamico in Italia, una cellula attiva ed organizzata così come accaduto in Francia e Belgio. Al momento non lo sappiamo, è quanto le indagini stanno cercando di appurare. Moutaharrik aveva ricevuto il "poema bomba", l'ordine tristemente noto di immolarsi in nome di Allah. Un messaggio arrivato presumibilmente dalla Siria o dall'Iraq. Non è da escludere che il tramite possa essere Mohamed Koraichi, se davvero riveste un ruolo importante all'interno dell'organizzazione terroristica. Siamo nel campo delle supposizioni, sulle indagini viene ovviamente mantenuto il massimo riserbo. Ma i soggetti tratti in arresto in Lombardia e quelli ancora latitanti potrebbero rappresentare soltanto la punta dell'iceberg, la piccola parte di un blocco ancora sommerso e "dormiente". Ed è un allarme che qualche giorno fa è stato lanciato dal servizi segreti statunitensi.