Non è bastata l'ammissione del sacerdote, e nemmeno l'età e il disagio psicologico della vittima per convincere il giudice Daniele Colucci, operante presso il Tribunale di Larino, a condannare l'uomo, oggi 62enne, per abusi sessuali su minore. Tutt'altro. Don Marino Genova, che all'epoca dei fatti dirigeva la parrocchia di Portocannone, è stato prosciolto dall'accusa, poiché i rapporti intimi rientrerebbero nel contesto di una relazione amorosa che aveva il consenso di entrambi. Così ha stabilito il giudice. Giada Vitale-oggi ha 20 anni - non può considerarsi una vittima perché consenziente, ove per consenziente si intende la mancata reazione della giovane e la totale sottomissione all'uomo.
Giada Vitale frequenta il parroco dopo aver perso gli affetti più cari
Non ha ancora compiuto 14 anni, è l'aprile del 2009 quando, dopo aver perso il papà in tenera età e improvvisamente anche la nonna, Giada diventa destinataria delle attenzioni di quell'uomo in abito talare. Frequenta il coro della chiesa, ma è ancora frastornata dal dolore e, angosciata dal futuro, si aggrappa alla Fede e alla preghiera. È qui che don Marino fa la sua comparsa nella vita della ragazzina. L'accarezza, dice di volerle bene e la invita a passare qualche ora a casa sua. Qui, dopo aver consumato, le impartisce finanche la benedizione. L'adolescente sembra come ipnotizzata ed esegue ogni suo comando.
Le confidenze all'amica e la denuncia al Vescovo
Lei non reagisce alle lusinghe di quell'uomo, ma il malessere per quella brutta vicenda comincia a non poter essere più nascosto. Quando finalmente si convince a confessare tutto ad un'amica è un fiume in piena. Insieme si recano dal Vescovo per denunciare l'accaduto, e don Marino viene allontanato dalla parrocchia, ma senza essere inibito delle sue funzioni sacerdotali, che continua ad espletare nella cittadina di Termoli.
È lo stesso Papa Bergoglio a denunciare, più volte, una Chiesa minata da controversie e scandali, che deve assolutamente cambiare.
Infatti è solo la denuncia penale, che arriverà sei mesi dopo, che costringerà la Congregazione della Dottrina della Fede ad aprire un processo che culminerà con la sospensione "a divinis" per due anni.
Decisione ben lontana da quella adottata, due anni più tardi, nei confronti di Giovanni Desio, dimesso definitivamente dallo stato clericalein seguito all'arresto per le infamanti accuse di pedofilia.
Il lungo processo, l'assoluzione e l'insulso rinvio a giudizio
Dopo un processo durato tre anni e costellato di udienze rinviate, alla fine, quando il verdetto arriva, crea enormi perplessità. In pratica accade che il giudice divide in due il fascicolo, facendo una netta distinzione tra i rapporti intrattenuti con Giada quando aveva ancora 13 anni, e quelli avuti dopo il compimento del 14° anno di età.
Nel secondo caso, come dicevamo poc'anzi, il giudice assolve il prete perché Giada era consenzientee, benché mentalmente disagiata per i lutti subiti, non doveva ricevere le cure da don Marino Genova, il quale non è uno psicologo.
Il giudice Colucci scrive proprio così. Invece, per i rapporti contestati tra l'aprile del 2009 e il giugno dello stesso anno, il prete viene rinviato a giudizioma, sempre nell'ottica del consenso, lo si accusa semplicemente di atti sessuali con minore.La prossima udienza è fissata per dicembre 2016.