Dopo un anno dall'arresto di Giovanni Desio, ex parroco del paese Casalborsetti, accusato di aver compiuto atti osceni dal 2010 al 2014 ai danni di minori affidatagli dai familiari e, inoltre, di essersi appropriato di un profilo di un altro ragazzo, su Facebook, per adescare altri minori, insomma un curriculum che getta nel fango l'immagine della chiesa vista ormai da tempo come un luogo coinvolto spesso in questi tristissimi scenari.

Sentenza shock- Ma per fortuna questa volta il Vaticano, grazie anche alle esortazioni di Papa Francesco, non si è chiusa nel silenzio, attuando una sentenza che ridona giustizia e decoro ai cristiani che rappresentano l'istituzione della chiesa insieme ai tanti clerici e consacrati.

una decisione discussa e che si è conclusa pochi giorni fa con il provvedimento canonico che l'arcivescovo Lorenzo Ghizzoni ha voluto consegnare espressamente all' ex parroco Giovanni Desio. 

L'uomo di 53 anni, nato a Milano, ma residente a Saronno, in seguito alla denuncia e all'arresto, è stato recluso per 7 mesi nel carcere di Forlì, durante questa breve parentesi, il suo legale l'avvocato battista cavassi ha chiesto il trasferimento dell'imputato in un centro riabilitativo, ed è così, infatti,che da qualche mese è stato trasferito in un centro di recupero in provincia di Perugia. Per venerdì 14 maggio, si attende la sentenza definitiva richiesta dal pm Isabella Cavallari, che ha chiesto per l'ex parroco 9 anni di carcere con rito abbreviato.

Intanto il Vescovo ha convocato i sacerdoti e i fedeli dell'intera comunità di Casalborsetti,  chiedendo di mantenere riserbo e di continuare a pregare per quest'uomo sperando che possa avere un sincero pentimento per quanto compiuto, fermo restando che la sentenza del tribunale della Santa Sede non subirà modifiche.

Sia fatta giustizia.

Ci auguriamo che questa sentenza, sia l'inizio e il proseguimento di pene maggiori verso coloro che diffamano il ruolo della chiesa ma soprattutto per tutti coloro che macchiano di sofferenza la vita dei giovani e dei bambini.