L'impegno dell'ONU è quello di impedire ulteriori test missilistici da parte di Pyongyang. Così il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato le nuove sanzioni contro la Corea del Nord proposte dagli Usa, cercando una strada che possa in parte attenuare l'inasprimento della situazione tra le due nazioni. Un rimedio, quest'ultimo, reso necessario dal degenerare della situazione negli ultimi mesi e dal pericolo "guerra mondiale" sempre alle porte. Si tratta di sanzioni molto severe, le più dure degli ultimi anni, le quali hanno richiesto un lavoro impegnativo da parte dei mediatori Onu sul fronte della diplomazia soprattutto con Russia e Cina, alleati della Corea del Nord da cui è impossibile prescindere.

Le sanzioni: sbarrare i "canali finanziari" di Pyongyang

Le sanzioni partirebbero dal 4 gennaio, con il primo dichiarato test nucleare ordinato da Kim Jong-un. Uno degli obiettivi dichiarati dalle sanzioni Onu, è quello di "sbarrare i canali finanziari con i quali si alimenta la macchina bellica nordcoreana", frenando di conseguenza la corsa agli armamenti nucleari che riveste un punto cardine della politica estera di Kim Jong-un. Norme, come detto, piuttosto restrittive per il regime del dittatore, che mal digerirà le sanzioni.

Oltre ad essere duramente colpiti i dichiarati "canali finanziari del regime", nella "lista dell'Onu", è finito in particolare il materiale militare e anche le materie prime utilizzabili per i futuri test.

Inoltre, tra le norme approvate contro Pyongyang, ci sarebbe l'ispezione alle merci in entrata e in uscita, sia via mare che via aerea. Posizione ferrea anche per ciò che concerne il flusso delle armi anche di piccolo calibro, il cui bando è stato reso noto dai suddetti provvedimenti Onu. I provvedimenti vanno inoltre a colpire direttamente le forze militari nordcoreane, con un blocco ferreo degli alimenti e dei medicinali destinati all'esercito e, come se non bastasse, prevede lo stop ai programmi di addestramento della polizia di Pyongyang.

In ultimo, un provvedimento previsto dalle sanzioni anche sul piano dell'espulsione allargato a tutti i diplomatici nordcoreani "colpevoli di attività illegali".

La "Black List" dell'Onu. Obama: "risposta adeguata"

Sono 16 i dirigenti del regime che per ora sarebbero finiti nella cosiddetta "lista nera" che blocca i conti correnti e i flussi finanziari di 12 aziende e 2 banche di Pyongyang.

Nella cosiddetta "black list", sarebbero inoltre finiti anche beni di lusso, e paradossalmente perfino attrezzature destinate a semplici parchi di divertimento, che a quanto pare rappresenterebbero una vera e propria passione per il leader nordcoreano.

Restrizioni ferree, pertanto, in favore delle quali si è espresso anche Barack Obama. L'ex presidente Usa ha infatti definito le sanzioni più che giustificate, definendole senza mezzi termini "una risposta ferma da parte della comunità internazionale". Lo stesso ha infatti ribadito che l'unica scelta per Pyongyang sia quella di abbandonare i pericolosi programmi di di armi di distruzione di massa", scegliendo la strada diplomatica. Ora all'azione netta dell'Onu e del presidente Usa, Donald Trump, si attende una risposta altrettanto decisa di Kim Jong-un, il quale perfino nelle ultime ore è rimasto fedele alla propaganda bellica che da sempre lo distingue facendosi riprendere in una base missilistica.

In favore del "disarmo" di Pyongyang

Sulla stessa line dell'Onu, verso il pressing alla Corea del Nord, si muovono dunque anche Pechino e Russia, le quali finora si erano sempre dimostrate contrarie a inasprimenti troppo severi nei riguardi di Pyongyang. In merito, il cambiamento della politica di Russia e Pechino è dovuto al posizionamento del TAAHD, da parte degli Usa, in una posizione strategica tale da disturbare non poco le due super-potenze; preoccupate, più che altro, che più che intercettare i missili di Pyongyang, lo scudo possa controllare i "movimenti militari" russi e cinesi.