La Nato 'tende la mano' a Putin. Alle soglie di un'ipotetica Terza guerra Mondiale, le parole rilasciate proprio ieri dal segretario della Nato, Jens Stoltenberg, lasciano pensare a quanto le cose siano sul punto di esplodere, con una Corea del Nord sempre più determinata sul piano nucleare, e un governo americano in cerca di iniziative atte a placare "la minaccia nordcoreana". A sintetizzare l'ormai insanabile rottura dei rapporti diplomatici tra le due potenze, infatti, la richiesta palese di Washington affinché Putin intervenga in modo massiccio "per scongiurare lo scontro nucleare", per molti divenuto ormai inevitabile.
Nato: l'invito a Putin
L'America si rivolge dunque alla Russia, invitando Putin a svolgere il ruolo da mediatore affinché Pyongyang riconsideri il suo piano nucleare e accetti le condizioni del Pentagono. Per Jens Stoltenberg, la questione è di vitale importanza per la sicurezza mondiale. Per questo, proprio ieri, il segretario della Nato, ha esortato il Cremlino ad impegnarsi maggiormente per bloccare la crisi nordcoreana, sostenendo che "la Russia, più di ogni altra potenza, ha un ruolo importantissimo, sia come vicino di casa della Corea del Nord, sia come membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Jens ha sottolineato, inoltre, che alla Russia spettano inevitabilmente particolari responsabilità: una tra tutte assicurarsi che vengano rispettate le sanzioni poste dei riguardi della Corea del Nord.
La condanna di Mattis
Intanto da Seul, il segretario della Difesa statunitense, Jim Mattis, è tornato a condannare ancora una volta la Corea, giudicando "inutile e illegale" il proseguimento caparbio del programma nucleare di Pyongyang nonostante le sanzioni. Mattis che ha sottolineato come nelle ultime ore, la Corea del Nord stia impunemente "accelerando il suo programma nucleare, così da rappresentare sempre di più una minaccia, sia per i paesi vicini, che per il resto del mondo".
Mattis che tuttavia ha ribadito le intenzioni di Washington di risolvere la questione in modo diplomatico, ma che ancora una volta non ha escluso "una massiccia e travolgente risposta militare all'utilizzo di armi nucleari da parte della Corea del Nord". La strada diplomatica resta infatti auspicabile, ha precisato Mattis, sottolineando, tuttavia, che "la diplomazia è efficace solo se sostenuta da una potenza militare credibile".
La risposta nordcoreana e le 'evacuazioni di massa'
Alle dichiarazione di James Mattis, ha prontamente risposto l'editoriale nordcoreano, il Rodong Sinmun. I toni duri e minacciosi dell'organo informativo colpiscono ancora una volta la politica Usa, accusata più che mai di utilizzare la "carta sanzioni" per incentivare la sua politica ostile nei confronti di Pyongyang. "L'unica risposta possibile alla crescente minaccia Usa e alle sanzioni", fa sapere l'editoriale, "passa dallo sviluppo simultaneo dell'economia, alla costruzione di forze nucleari sempre più efficienti". E se Mattis ha ribadito in più di un'occasione l'intenzione di Washington di 'rispondere ad un eventuale attacco nucleare', il popolo nordcoreano si sta già preparando ad una possibile Terza Guerra Mondiale. Sembra infatti che siano già iniziate le esercitazioni per le 'evacuazioni di massa', che da giorni stanno coinvolgendo numerose città e paesi vicini alla capitale nordcoreana.