Sulla chat segreta di Telegram, "Love Mujahid" ("lupo solitario"), appare un nuovo video dell'Isis della durata di 6:45 minuti contenente statue di Gesù e della Vergine Maria buttate a terra, una foto di Papa Francesco strappata e alcune immagini inerenti agli scontri a Marawi, risalenti, probabilmente, a giugno, quando i jihadisti presero il controllo della città nel sud delle Filippine. La minaccia è stata confermata dal gruppo d'intelligence Site, che monitora e sorveglia i canali social sfruttati dallo Stato islamico. Ciò vuol dire che l'Isis sta cercando di reclutare altri soggetti per mettere a punto ulteriori attacchi.

L'Italia dopo la minaccia

In seguito a questa nuova minaccia il livello di preoccupazione è salito ancora, una preoccupazione che si è tradotta nel rafforzamento dei dispositivi di sicurezza nei punti più affollati delle città più "sensibili": Roma, Milano e anche Firenze. Una preoccupazione che sale a vista d'occhio perché, dopo gli ultimi attentati a Barcellona e a Cambrils, il Belpaese resta l'unica potenza europea occidentale ad essere, oggigiorno, ancora indenne dagli attacchi jihadisti.

Perché l'Italia non è stata ancora attaccata?

I motivi per i quali lo Stivale non è stato ancora vittima dei terribili attentati del sedicente Califfato islamico sono differenti, ma in realtà riconducibili ad una serie di ragioni che affondano da un lato le radici nell'alto tasso di immigrazione: da un lato, in Italia vi è una presenza piuttosto ridotta di musulmani rispetto agli altri Stati europei, dall'altro, invece, le ragioni per le quali l'Italia, finora, è stata esente dalla furia dell'Isis concernono la minima presenza di italiani che hanno combattuto nello Stato libico se la si mette in rapporto, ad esempio, con Francia e Belgio.

Pertanto, se è vero che l'antiterrorismo italiano ha condotto un buon lavoro, non è meno vero che il dettaglio fondamentale di una minaccia alquanto ridotta abbia svolto un ruolo determinante. Ciononostante, non vuol dire che l'ultima minaccia (dopo molte altre dal 2014 in poi) da parte dell'Isis, che ordina di attaccare lo Stato italiano come prossimo obiettivo, debba essere presa alla leggera o addirittura sottovalutata, perché non si può escludere a priori che, in un tempo remoto, in un futuro lontano, non ci saranno attentati in Italia.

Quali sono le cause della nuova minaccia?

Ci si è interrogati sulla ragione per la quale il sedicente Stato islamico abbia nuovamente minacciato direttamente l'Italia. Essa potrebbe essere la conseguenza dell'inasprimento delle politiche migratorie, attenuando in siffatto modo quella funzione di "ponte" che lo Stivale svolge da secoli.

Difatti l'Italia, grazie alla sua favorevole posizione geografica, è una sorta di corridoio per l'Europa e per il resto del mondo: perciò, attaccarla vorrebbe dire smantellare la principale via d'accesso che permette ai terroristi di muoversi con facilità e disinvoltura. A pensarla così è Matteo Salvini, il leader della Lega Nord: egli sostiene, appunto, che in Italia la vita per i clandestini e i delinquenti è troppo comoda.

La ragione principale che potrebbe spingere l'Isis a concretizzare le sue minacce, finora teoriche, contro il Belpaese, è la vendetta dell'esecuzione di Omar al Muktar, un guerrigliero della Cirenaica, che nello Stato libico viene considerato e celebrato come l'eroe della resistenza anticoloniale contro l'Italia negli anni Venti.