La pratica del selfie è la moda di questo secolo: un'istantanea sempre più rischiosa per immortalare momenti e situazioni da rivedere e far rivedere, con ostentato orgoglio, sui social network. Scatti dal treno in corsa o su binari con i vagoni pericolosamente alle spalle; foto su precipizi scivolosi battuti da forti onde, oppure arrampicati su vette vertiginose con il vuoto in bella vista a testimonianza dell’impresa compiuta.

Ma Mumbai, la metropoli indiana che ha registrato nell'ultimo periodo ben 46 tragiche morti causate dai selfie, ora dice basta.

Già da tempo l’ufficio del turismo aveva messo in guardia i turisti, nel tentativo di scoraggiare una pratica che stava segnando una lunga lista di vittime, portando la città in vetta alla classifica mondiale dei decessi per auto-scatto.

Le "no-selfie zone" di Mumbai

Sono sedici le zone considerate ad alto rischio per il famoso autoscatto diventato ormai di moda. Una di queste è il celebre forte di Bandra, nella baia di Mahim, dove i muraglioni non protetti risultano decisamente invitanti per i più spericolati a lasciare una traccia sui social mentre si cammina come funamboli sul vuoto.

A gennaio, una studentessa di 18 anni scivolò nell'acqua mentre, cellulare alla mano, stava scattando un selfie: a nulla valsero i soccorsi di un padre di famiglia che si gettò nelle acque animate da forti correnti, nel tentativo di salvare l’incauta ragazza.

Morirono entrambi, ma la tragedia non servì di monito a Meenakshi Rajesh, ventunenne indiana, che annegò a Bandstand mentre si stava scattando un selfie con madre e sorella su una pericolosa roccia tra le onde del mare in burrasca.

Stessa sorte è toccata a Priti Pise, inghiottita dalle onde del Marina Drive mentre si riprendeva con alle spalle un oceano minaccioso, che alla fine la trascinò al largo.

Ma questi sono solo alcuni dei numerosi casi in cui ragazzi e ragazze, dopo aver pubblicato un post su Facebook, sono morti: uno scatto sui loro ultimi secondi di vita.

Il selfie è un problema di autostima?

Secondo lo psicologo Salman Prabhu, il fenomeno dilagante del selfie sottende un evidente problema di autostima, ricercata invano attraverso immagini che riscuotono like, cuori, emoticon dalle facce sorprese e commenti di plauso, tutte azioni che, però, non riporteranno mai indietro le giovani vite consumate in un click.

I dati raccolti da un'università della Pennsylvania e da un istituto di ricerca di New Delhi rivelano come, tra marzo 2014 e settembre 2016, in tutto il mondo si siano verificati 127 incidenti mortali, causati da un utilizzo improprio del cellulare nello scattare dei selfie. Ben 76 di questi decessi sono avvenuti proprio in India.

La polizia di Mumbai ha predisposto addirittura delle ronde nei 16 luoghi proibiti, e sanzioni di poche rupie per i trasgressori, pari a circa 17 dollari. Una manciata di spiccioli per lo scatto della morte.