Una vicenda preoccupante che riguarda la salute pubblica. La regione Marche in un comunicato ha reso noto che un'ostetrica dell'ospedale di Senigallia, in provincia di Ancona, ha contratto il morbillo il 20 agosto scorso. La donna non era vaccinata contro la malattia e ha passato il periodo di incubazione lavorando presso la struttura sanitaria. Il caso è già stato comunicato anche all' Ispettorato servizio di malattie infettive e prevenzione, che ha immediatamente predisposto un'indagine epidemiologica sulle persone che sono entrate in contatto con la contagiata.

La vicenda

L'ostetrica dell'Ospedale di Senigallia era andata in ferie il 20 agosto per malattia. Nessuno sospettava che si trattasse di morbillo. Il 25 agosto la donna ha telefonato in ospedale segnalando che era affetta dalla malattia esantematica. La signora non era mai stata vaccinata contro l'affezione e in più aveva passato il periodo di incubazione a contatto di parecchi pazienti, molte puerpere e neonati. La struttura sanitaria si è preoccupata immediatamente di avvertire il servizio sanitario regionale che provvede alla sicurezza epidemiologica.

Le misure di sicurezza adottate

La regione Marche ha organizzato immediatamente il lavoro di ricerca dei possibili contagiati, con l'aiuto dei medici del reparto del dipartimento di prevenzione, del pronto soccorso e della divisione ostetricia e pediatria.

Sono stati individuati e monitorati tutti i pazienti entrati in contatto prima del 20 agosto con l'ostetrica, allo scopo di controllare e sconfiggere la comparsa di eventuali sintomi del morbo. Alcuni dei parenti dei possibili ammalati sono stati vaccinati, fra di loro anche un altro operatore sanitario. Il ministero per i casi più gravi ha previsto la possibilità di intervenire con una terapia di immunoglobulina secondo il protocollo ministeriale.

Altri 56 pazienti sono stati avvisati per telefono oppure tramite il loro medico curante.

La necessità di vaccinare

Secondo Fabrizio Volpini, presidente della commissione sanità delle Marche, circa il 30% dei casi di morbillo realmente accertati provengono indiscutibilmente dal personale sanitario attivo negli ospedali non ancora vaccinato.

Per debellare la malattia il dottor Volpini crede che sia meglio studiare un piano che permetta di vaccinare anche tutto il personale che opera nei nosocomi del paese. Senigallia non è un caso isolato, per lui l'epidemia di morbillo in Italia non è ancora stata debellata del tutto. Occorre una maggiore attenzione da parte dei cittadini rendendo le vaccinazioni strumenti preventivi che possano salvaguardare le categorie più fragili, come donne in gravidanza e neonati. Secondo Volpini è necessaria una normativa in tal senso.