L'ospedale di Melfi, città della Basilicata e terza città della Regione pronto ad essere retrocesso a semplice pronto soccorso. La conferma è arrivata negli ultimi giorni con la chiusura del reparto di psichiatria e del forte ridimensionamento subito dai reparti di ortopedia e ginecologia. Questo ridimensionamento prevede gli interventi chirurgici presso l'Ospedale San Carlo di Potenza e riabilitazione presso un centro specializzato di Acerenza, il tutto con notevole disagio per i cittadini, in quanto il centro potentino dista circa un'ora dalla città federiciana ed ovviamente i parti presso la stessa struttura del capoluogo.

Durante la campagna elettorale per le amministrative tutti si erano battuti, tutti avevano affermato che non si sarebbe verificato ciò che sta succedendo, e che a molti ricorda la questione del tribunale chiuso in favore di quello di Lagonegro. Questo ridimensionamento arriva dopo le rassicurazioni avute nel giugno 2016 quando fu affermato che l'ospedale non avrebbe subito "nessun processo di chiusura o ridimensionamento", cosi come riportato dal sito Ansa.it. Con la chiusura del reparto psichiatrico la città è stata privata di un servizio essenziale, poiché raccoglieva un bacino di utenza di circa 100.000 persone nel rispetto del Decreto del Presidente della Repubblica "Progetto obiettivo Tutela della salute mentale 1999-2000" che prevede un posto letto per ogni diecimila abitanti.

Di conseguenza con la chiusura di questa struttura pubblica il cittadino sarà costretto a recarsi presso una struttura privata o a pagamento per vedersi erogato il servizio.

La speranza dei cittadini melfitani è certamente che il ridimensionamento non vada oltre, evitando cosi la chiusura di altri reparti, e soprattutto che siano mantenute quelle che sono state le promesse fatte in campagna elettorale da tutti i candidati e dal Presidente della giunta regionale, in quanto questo sarebbe un grave, gravissimo danno per la città e per i centinaia di malati costretti a fare tanti chilometri per potersi curare.