Il terrore sta per diventare realtà. L'ipotesi di uno scontro nucleare è sempre più vicino, soprattutto dopo l'annuncio da parte di Pyongyang in cui si dichiara di aver effettuato con successo l'ultimo test nucleare, il sesto per la precisione. L'esperimento, il primo da quando Trump è il presidente degli Stati Uniti, ha provocato un sisma del 6.3 che ha scosso la Corea del Nord con un esplosione di cento kilotoni.

Pyongyang: l'inferno nella montagna

Il test nucleare è avvenuto in un sito nascosto sotto la montagna di Punggye-ri: l'esplosione è stata confermata subito dopo da un annuncio in grande stile dalla tv di Stato nordcoreana, circa alle 15.30 del pomeriggio a pyongyang.

Si stima infatti che la bomba all'idrogeno messa a punto con successo da Pyongyang abbia sviluppato una detonazione circa cinque volte più potente della bomba all'idrogeno sganciata a Nagasaki, ed è stata salutata anche da una canzone patriottica diffusa dal programma. Esplosione alla quale ha fatto seguito un secondo sisma, questa volta di magnitudo 4.6 che ha confermato la natura artificiale dell'onda sismica, riconducibile al test di un bomba H.

Scatta l'allerta per la Cina e Seul

Sisma che è stato confermato anche dalla Cina, dove sono scattate immediatamente le sirene nelle città più vicine al confine nordcoreano. Test che ha il sapore di una sfida, oltre che per il presidente Donald Trump, anche per la Cina, considerata fino a poco tempo fa una partner indispensabile del regime di Kim Jong un.

Una Cina minacciata anche dal recente missile precipitato nel Mare del Giappone, che ha allertato non poco Xi Jinping, ormai certo della minaccia inevitabile di Pyongyang.

Test che ha alzato l'allerta, in particolare, della Corea del Sud. Da quanto trapela, infatti, è nelle intenzioni di Seul chiedere sanzioni più aspre nei confronti di Pyongyang, facendo maggior pressione sul Consiglio di Sicurezza dell'Onu al fine di isolare sempre di più la Corea del Nord.

Un test che ha scosso prima di tutti anche il presidente sudcoreano Moon Jae-inn, che in vista delle azioni da parte del regime nordcoreano ha chiesto che Pyongyang subisca "la punizione più dura che sia possibile".

La preoccupazione per il 9 settembre

Sale anche l'apprensione, pertanto, in vista di sabato prossimo, 9 settembre, data che corrisponde al 69esimo anniversario della fondazione della Repubblica Democratica di Corea.

La festa, infatti, considerata la più importante dal paese, è di solito caratterizzata da enormi parate militari, perfettamente in stile con la tendenza megalomane di Kim Jong un. La preoccupazione cresce se si pensa che proprio il 9 settembre scorso, la Corea del Nord effettuò il suo ultimo test nucleare, ma a differenza di allora, adesso gli equilibri tra la nordcorea e l'America sono sempre più precari. A tal proposito, il presidente Trump aveva precedentemente affermato che "un sesto test avrebbe portato inevitabilmente ad uno scontro nucleare". Ora il mondo intero aspetta la reazione di Donald Trump.