Ormai è da più di una settimana che il fuoco tormenta il piemonte senza tregua. La catastrofe, cominciata una decina di giorni fa, ha colpito quasi tutte le provincie della regione, accanendosi con particolare violenza nel torinese. La Valsusa, dove oggi è stata chiusa l'autostrada del Frejus fra Cianocco e Oulx, in Valchisola dove ancora ieri bruciavano roghi in zona Tredenti, il pinerolese con Cantalupa e Frossasco. Il fumo prodotto, trasportato dal vento, ha portato i valori della qualità dell'aria a Torino a superare di quattro volte il limite consentito di PM10.

Nonostante questo, la giunta torinese ha sospeso ll blocco delle auto inquinanti tenuto in vigore precedentemente.

Gli interventi

Numerosi i mezzi aerei impiegati, con elicotteri e canadair che facevano la spola fra le diverse aree ed i laghi della provincia, e numerose squadre di vigili del fuoco e volontari dell'Associazione incendi Boschivi ad intervenire al suolo. Il lavoro senza sosta prosegue anche in queste ore, ed il governatore della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha monitorato personalmente gli interventi (ieri è stato visto alla sede AIB di Cumiana). Si spera in un peggioramento del tempo, affinché la pioggia spenga definitivamente i focolai sopiti dal lavoro dell'uomo.

I motivi

In Piemonte si registrano livelli di pioggia molto bassi, ed in alcune aree non piove da mesi. La siccità ha certamente preparato il terreno a questo disastro, ma in molte aree si sospetta l'intervento doloso. Quest'oggi sembra siano sono stati rinvenuti in Val Sangone alcuni inneschi inesplosi, e comunque l'intervento umano sembra confermato dall'improvvisa accensione di nuovi roghi in zone non ancora toccate dagli incendi.

I piromani, maniaci malati o criminali spinti da interessi economici, sono in piena attività e l'inasprimento delle sanzioni, inserito dal governo in un emendamento presentato a luglio, è al momento previsto solo al Mezzogiorno e comunque non sembra aver prodotto l'effetto deterrente per il quale era stato presentato.

Lo stato delle cose

Per identificare e poter punire i piromani diventa necessaria la prevenzione. Ma le risorse destinate a questo scopo vengono ogni anno limate, creando un circolo perverso che non sembra portare a risultati concreti. Alcune fonti indicano in 600 il numero dei piromani attivi in Italia, e dimezzando le guardie, le squadre o i turni, è sempre più difficile sorprenderli in azione. Anche la flotta aerea andrebbe rimpolpata (oggi il ministro Minniti ha annunciato l'arrivo di alcuni canadair dalla Croazia) anche perché, proprio come avvenuto in questi giorni in Piemonte, l'accensione di più fronti di fuoco in aree diverse ed anche lontane fra loro obbliga i mezzi a disperdersi nel territorio, rendendo più difficile e lungo lo spegnimento dei roghi.

Le fiamme non hanno ancora toccato i centri abitati, ma diverse centinaia di persone sono state sfollate preventivamente dalle loro abitazioni.

Non ci resta che sperare nella pioggia. Iniziamo una danza?