"L'avvento del digitale e dei social network ha portato a un progresso della fotografia: ora tutti possono fotografare ma lo fanno senza gli strumenti e le conoscenze culturali che gli consentano di ragionare intorno a quello che hanno fatto”. Lo dice Uliano Lucas, alfiere di quel fotogiornalismo che è nato sotto la Mole. Tanto che la studiosa romanaMarina Miraglia, bazzicava molto gli archivi dei giornali torinesi per ricostruirne la storia ed era spesso alla Fondazione italiana per la fotografia, dove anche lo storico dell'arte Valter Canavesio studiava le immagini di Domenico Peretti Griva, ex giudice, formatosi alla scuola di fotografia artistica.

La scoperta della studiosa è stata che il fotogiornalismo aveva avuto origine nella passione per la cronaca nera dell'allora caporedattore della Stampa,Ferruccio Borio.

Lo strumento fotografico nacque in Francia nell'800 da Jean Marie Daguerre e riscosse un subitaneo e duraturo successo, perché molto più fruibile dei ritratto dipinto: celebre fu il dagherrotipo segnaletico dell'eterno fuggiasco Giuseppe Mazzini parente del primo sindaco di Roma.Di recente Lucas, già autore de La storia del fotogiornalismo per Einaudi, ha raccontato in un reportage le trasformazioni del lavoro, avvertendo che "Per fotografare bisogna conoscere e studiare ciò che si vuole raccontare, anche grazie all'aiuto di storici, sociologi e di chi conosce luoghi e situazioni, ma occorre anche costruire un rapporto con i soggetti che si vogliono fotografare, a cui personalmente spiego cosa voglio fare e perché.

Solo così una foto è in grado di racchiudere una storia",

Premiato il reportage di qualità

Lo sanno bene i fotogiornalisti torinesi di oggi, Daniele Solavaggione, Massimo Pinca e Alberto Ramella, ma un limite alla creatività, secondo Lucas, è soddisfare la committenza. Un nuovo tipo di fotogiornalismo è quello de progetto appena premiato dalla Ue Granai della memoria dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: interviste, foto e video in mille comunità della terra de La Malora di Beppe Fenoglio.Piacerebbero anche a Lucas gli altri quattro progetti vincitori:le Terme di Diocleziano e Certosa di Santa Maria degli Angeli, il Chiostro “Ludovisi” e la piscina scoperta, Giulia Maria Crespi e Apprendisti Ciceroni.Tuttieccellenti in creatività, innovazione, sviluppo sostenibile e partecipazione sociale nel settore del patrimonio culturale in Europa.

“Mi congratulo con i vincitori e i loro staff per questi progetti straordinari. Grazie al loro talento e dedizione, moltitesori culturali europei sono stati preservati e rivitalizzati per le generazioni presenti e future. I loro progetti hannocontribuito ad una maggiore sensibilizzazione al patrimonio culturale come risorsa strategica per la società el’economia europea.

ha affermato TiborNavracsics, Commissario Europeo per cultura e istruzione. E che cosa meglio del grano e il pane possono unire i popoli?

Il fatto è che ci si ricorda di essi solo quando mancano, Ottimo reportage letterario sul tema è la rivolta del pane in cui si imbatte Renzo a nei Promessi sposi.Il cantante Plácido Domingo, recentemente intervistato da Bertin Osborne, in vesta di presidente di Europa Nostra ha concluso: “Sono lieto che quest’anno lacerimonia di premiazione si terrà nella mia città natale, a Madrid, in un luogo speciale: il Teatro de la Zarzuela il 24 maggio”.Un altro fotografo torinese che segue il metodo di Lucas è Simone Gosso. Ne è un esempio il suo libro fotografico Sopravvissuti. Ritratti, storia, memoria, edito da Alinari.