Nel 2004 arrivò nelle sale inglesi un film horror con toni da commedia intitolato "Shaun of the Dead". Il film si rivelò un grande successo che contribuì al rilancio degli zombi iniziato nei primi anni del nuovo millennio. Inoltre lanciò una carriera nel cinema internazionale l'attore protagonista Simon Pegg e fece conoscere al mondo il nome di uno dei registi più originali del momento: Edgar Wright. Da allora tutti i suoi progetti sono diventati tra i più attesi dal pubblico e dalla critica, ogni volta il regista inglese non ha mai deluso le aspettative.

E alla fine arriva anche in Italia il suo ultimo film, già distribuito nel resto del mondo a giugno: "Baby Driver".

Un pilota in fuga per amore

Il film parla di un giovane talentuoso pilota conosciuto come Baby (interpretato da Ansel Elgort) che usa le sue capacità come autista per rapine. Un giorno incontra una ragazza di nome Deborah (Lily James meglio nota per il remake Disney di "Cenerentola"), di cui si innamorerà e vedrà in lei una possibilità di farsi una nuova vita. Ma una serie di circostanze sfortunate lo porteranno ad affrontare il suo vecchio boss e la sua spietata gang di scagnozzi tra sparatorie, fughe a piedi e adrenalinici inseguimenti in macchina.

Un regista inglese a Hollywood

Sesta opera per Wright e seconda girata negli Stati Uniti dopo la commedia "Scott Pilgrim vs. the World", questa volta il quarantatreenne di Wells si avvale di due premi Oscar del calibro di Kevin Spacey e Jamie Foxx, nei ruoli rispettivamente del boss criminale e del membro più violento della gang.

Tuttavia Edgar Wright si è dimostrato un ben degno regista per questi due attori leggendari, infatti la critica internazionale ha lodato in ogni modo la nuova pellicola.

Il critico di Variety Peter Debruge ha definito il film "uno spasso, con una perfetta colonna sonora e un surplus di idee ispirate", Peter Bradshaw del Guardian l'ha definito un "esageratamente godibile film di rapine".

Persino le critiche meno entusiastiche sono comunque positive. Joyce Slaton di Common Sense Media ha criticato gli stereotipi a cui si aggrappa il film ma ha comunque elogiato le sequenze in macchina e la musica, mentre Richard Brody del New Yorker l'ha definito "un'imitazione di una generazione degna di essere imitata".

Non rimane che andare al cinema a vedere il nuovo film di Edgar Wright, ma una cosa certa: il regista è riuscito a realizzare un'opera che nel bene e nel male riesce comunque ad entusiasmare il pubblico.