Non ha dubbi Peter Boockvar, per l’ex responsabile analisti presso Lindsey Group e al momento numero uno della divisione investimenti di Bleakley Financial Group quella delle criptovalute è una bolla di dimensioni epiche. Per il veterano di Wall Street il Bitcoin potrebbe perdere fino al 90% entro l’anno, tornado così a valori compresi tra i 1.000 e i 3.000 dollari. Il guru di Wall Street ha poi continuato, all’emittente CNBC nel corso della trasmissione "Futures Now", dicendo che il problema delle criptovalute potrebbe dipendere dai bassi tassi di interesse.

Nel frattempo molti investitori si sono rifugiati nel bene rifugio per eccellenza: l'oro.

Tutta colpa del quantitative easing?

La sparata contro le criptovalute è tipica degli ambienti finanziari classici, tra cui ci sono le banche, e quindi le parole di Peter Boockvar si aggiungono a quelle già sentite in queste settimane in ambito istituzionale. Tuttavia, il guru di Wall Street pone per primo un problema molto serio: quello dei bassi tassi di interesse. I rendimenti sotto lo zero scoraggiano i risparmiatori che sempre in cerca di maggiori rendimenti si buttano su titoli altamente volatili e molto pericolosi. È il caso delle criptovalute, che si basano su una tecnologia solida ed interessante come quella della blockchain, ma che vengono utilizzati dai trader di tutto il mondo per mera speculazione.

Riprendendo Boockvar, l’imminente rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve potrebbe spostare drasticamente le strategie degli investitori verso prodotti finanziari meno volatili che però offrirebbero in prospettiva un discreto rendimento.

È partita la febbre dell’oro, non di quello digitale

Un altro aspetto che sta influenzando il mercato delle criptovalute in negativo è la domanda del bene rifugio per eccellenza: l’oro.

Secondo alcuni trader la domanda del metallo più famoso al mondo è quasi quintuplicata. Una notizia non da poco rapportata al mercato delle valute digitali. Infatti, il Bitcoin è stato ritenuto da molti un bene rifugio, paragonabile ad un oro digitale. La valuta digitale assomiglia secondo alcuni addetti del settore più ad una commodity piuttosto che ad una moneta a corso legale.

Nonostante il riconoscimento di Bitcoin come commodity con cui proteggere i risparmi, gli investitori stanno puntando tutto sull’oro e attualmente la moneta inventata da Satoshi Nakamoto galleggia sopra i 10.000 dollari.