I giochi sono finiti? con le criptovalute abbiamo imparato nelle ultime settimane a stare sul chi va la, la tendenza è di ridimensionamento continuo dopo l'incremento che ha portato il Bitcoin a toccare quasi quota 20 mila dollari a fine dicembre (16.000 euro), ora siamo a poco più di 10 mila dollari, con una perdita superiore al 26% nell'ultimo mese. Pensare che la crescita del Bitcoin è stata incredibile se andiamo a confrontare i prezzi a partire dal lontano 2013, la regina delle criptovalute valeva poco più di 13 dollari americani, ad inizio 2017 eravamo a circa 900 US$, poi la febbre che ha segnato l'inizio della corsa all'oro.

Alla luce dei decrementi c'è da chiedersi se varamente gli investitori si siano spaventati e pensino di rifugiarsi in altri investimenti ritenuti più solidi. Nelle ultime settimane i segnali di disinvestimento sono arrivati, basta dare un'occhiata all'andamento del prezzo dell'oro da un mese a questa parte in tendenziale crescita, i volumi degli scambi sono pure aumentati a testimonianza del rinnovato interesse, per capire però se c'è un ripiego di massa in atto, occorre aspettare ancora qualche settimana.

Da più parte il sentimento che prevale è il pessimismo

Il veterano di Wall Street, Peter Boockvar, ha avvertito di un imminente "incidente epico" che potrebbe ridurre del 90% il Bitcoin, ha parlato, in un'intervista alla CNBC, del ritorno ad un valore tra i 1000 e 3000 dollari nel corso del 2018.

La continua incertezza può spingere ingenti richieste di cambio in controvalute ritenute più stabili e chi meglio dell'oro è in grado di soddisfare il possibile esodo. La critica che viene mossa alle criptovaluite in generale è che siano in gran parte irrintracciabili e che quindi possano sia provenire da attività criminose e che essere utilizzati per comprare droga e armi sui mercati neri del "The Dark Web".

Per ora non sono molto utili ai consumatori per acquistare beni o servizi oppure per investitre in immobili, a parte qualche eccezione. A ben vedere l'enorme apprezzamento subito dal Bitcoin e non solo, preoccuperebbe chiunque, quindi a prescindere dal fatto che si tratti o meno di criptovalute. La quota al ribasso raggiunta ieri (10.400 dollari pari a 8700 euro) conferma le tensioni in atto.

Vanno però riportate anche le voci contrarie, una fra tutte quella dell'analista di Fundstrat Global Advisors, Thomas Lee, che ha previsto un Bitcoin addirittura a 25.000 dollari entro il 2018. L'interesse nelle criptovalute si è un po' ridimensionato ma il mercato rimane sostenuto e all'orizzonte altre iniziative stanno per essere lanciate, la sensazione è che la volatilità di questi mercati continuerà e non si sa ancora per quanto.