Più studenti, meno insegnanti. E' questo il quadro della Scuola pubblica italiana che si ripresenterà al via il prossimo mese di settembre. Una situazione che non viene certo accolta con un bel sorriso dal personale scolastico perchè siamo di fronte ad un organico che non riesce a coprire quello che costituisce il reale fabbisogno del nostro Paese. Quali scenari ci troveremo, dunque, di fronte? Nelle grandi e medie città, vedremo classi sempre più affollate; nei piccoli centri e nelle frazioni, le pluriclassi.



Governo Renzi, scuola, Miur: meno docenti, più alunni, forti proteste

Se gli alunni rispetto allo scorso anno saranno circa 33mila in più, assisteremo ad una diminuzione dei docenti pari a 1352 unità (totale 600.839).

Teniamo inoltre presente che saranno ridotti anche gli incarichi di supplenza ed assisteremo anche all'aumento delle situazioni di sovrannumero. Conseguenze? I docenti rischiano sempre di più di essere trasferiti da una parte all'altra d'Italia, ma anche gli alunni finiranno per essere penalizzati dalle continue interruzioni didattiche. Un problema che avrà particolari ripercussioni nelle scuole superiori per l'entrata a regime della riforma Gelmini con il forte taglio alle cattedre. 



Per il momento, in attesa di novità da parte del ministro dell'Istruzione Giannini, si cerca di risolvere i disagi attraverso le cosiddette tabelle di confluenza: questa soluzione, però, sta suscitando parecchie polemiche e proteste da parte dei docenti che non ritengono giusto trattare gruppi di classi di concorso diverse come se fossero uguali, inserendo in questo modo i docenti in un'unica graduatoria ai fini della mobilità d'ufficio.