Creare nuovi posti di lavoro è uno degli impegni che questo Governo ha preso da quando si è insediato. Le stime di crescita però contrastano questa volontà come nella stessa nota del documento di economia e finanza 2014 aggiornata che prevede un taglio di spesa pubblica di 4 miliardi. Come se ne può uscire allora? Una risposta possibile è pubblicata stamattina sul quotidiano "La Stampa" di Torino che riporta la proposta della Fondazione Hume a cui è stato dato il nome di Job Italia.

L'idea generale

Nelle intenzioni di chi ha modulato questa idea lo Stato non dovrà sopportare costi per aumentare l'occupazione.

La creazione di nuoviposti di lavoro mediante Job Italia è totalmente affidata alle imprese. Per arrivare a questo risultato bisogna far approvare un apposito disegno di legge che consenta di far percepire ai nuovi occupati una percentuale pari al 80% dei costi aziendali in luogo dell'attuale 50%. Bisogna semplicemente intervenire sulla leva fiscale. Il quotidiano riporta un esempio pratico su uno stipendio lordo di € 12,500: il netto al lavoratore sarà di € 10.000 in quanto 700 saranno trattenuti all'origine per pagare l'Irpef e 1800 andranno per la pensione. La quota parte dell'80% viene subito corrisposta al lavoratore mentre sarà lo Stato a farsi carico dei contributi sociali.

Agevolazioni per tutti

Viene messo in risalto l'aspetto positivo caratterizzato dalle maggiori entrate fiscali prodotte dalla creazione di nuovi posti di lavoro.

Se da una parte è vero che lo Stato apparentemente ci rimette quando è chiamato a contribuire per la parte "sociale", dall'altra recupererebbe abbondantemente questo divario andando a conseguire un aumento del gettito. I nuovi lavoratori non sarebbero solo un costo perché entrerebbero nel circuito economico a tutti i livelli, incluso quello fiscale, con il pagamento di nuove tasse parallele ai nuovi stipendi creati.

Altri dettagli

In sintesi nell'articolo viene indicata la tipologia contrattuale dei nuovi posti ( tempo determinato e indeterminato ) e a quali imprese è rivolto il progetto chiamato anche maxi-job. Si indicano le società di nuova costituzione come le depositarie di questa novità oltre a quelle con esigenze di ulteriore espansione economica. Le stime della Fondazione Hume parlano della creazione di 300.000 nuovi occupati attraverso questa innovazione.