Ottobre non ha portato le tanto attese risposte ai lavoratori che hanno subito le conseguenze della legge n. 214/2011, conosciuta anche come la Riforma Fornero del sistema previdenziale. A causa del contemporaneo innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi necessari per accedere all'Inps, una vastissima gamma di lavoratori è rimasta bloccata fuori dal sistema pensionistico. Stiamo parlando dei lavoratori precoci, che hanno accumulato oltre quattro decenni di versamenti e che nonostante ciò hanno perso la possibilità di accedere all'Inps prima dei 62 anni di età.

Ma un discorso similare può essere fatto anche per chi ha svolto lavori usuranti e fatica a sopportare lo stress fisico / psicologico per potersi mantenere attivo nella professione. E come non parlare degli insegnanti e lavoratori ATA quota 96, rimasti bloccati tra i banchi di scuola nonostante avessero già maturato tutti i requisiti utili per ottenere il pensionamento? Tutte queste categorie, assieme ai disoccupati in età avanzata senza i requisiti per accedere all'Inps, si aspettavano di vedere a ottobre la luce in fondo al tunnel e sono rimaste invece ancora una volta deluse.

Lavoratori usuranti nel mirino? Con la legge di stabilità 2015 si prevede nuovo taglio di 150 milioni di euro dal fondo delle prestazioni per i lavoratori usuranti

Come se la situazione descritta non fosse già preoccupante, è notizia di questi ultimi giorni (fonte pensionioggi.it) che il Governo ha inserito nel testo della legge di stabilità 2015 un taglio al fondo per i lavoratori usuranti.

I riferimenti normativi sono l'articolo 45; al suo interno (comma 6), è prevista la riduzione di 150 milioni di euro dal fondo appena citato, con valenza a partire dal prossimo anno. Nonostante la maggior parte di tali risorse siano state per ora inutilizzate, resta la perplessità di molti sul fatto che potessero essere indirizzate proprio per offrire delle misure di sostegno ai lavoratori in situazioni di disagio.

Precoci ignorati dalla legge di stabilità 2015: nuove dichiarazioni di Cesare Damiano 

Purtroppo l'ottobre nero non si è limitato solo a chi sta attualmente svolgendo lavori usuranti; anche le altre categorie sono rimaste senza la sanatoria che si aspettavano dal Governo Renzi. Non è un caso se lo stesso Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati e fautore di una proposta per la concessione generalizzata della pensione anticipata a 62 anni (con 35 anni di contributi), sia tornato a farsi sentire sulla vicenda.

Come spiega egli stesso, la legge di stabilità ha portato ad un peggioramento della situazione per pensionandi e pensionati: "non solo non sono state presentate misure in favore dei lavoratori precoci, degli esodati e dei quota 96 della scuola, ma il Governo vuole addirittura accrescere il prelievo fiscale sulla tassazione della previdenza integrativa, una scelta che rischia di mettere in discussione la stessa sopravvivenza del secondo pilastro, già fortemente compromesso dal calo dei versamenti dovuti alla crisi economica. La previdenza integrativa dovrebbe essere sostenuta ed incentivata per consentire soprattutto alle giovani generazioni di aggiungere alla pensione pubblica una pensione di natura privata".

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