Continua senza interruzioni il dibattito sulle Pensioni, ma ad oggi ancora non sono stati presi provvedimenti utili alla risoluzione dei problemi degli italiani. Nelle ultime settimane sono state fatte diverse proposte, che a quanto pare il Governo starebbe valutando per l'anno prossimo. Una delle keywords del futuro del sistema previdenziale è flessibilità, che viene invocata a gran voce da molti per consentire l'uscita anticipata dal lavoro. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di scoprire la proposta di Cesare Damiano riguardo alla pensione Quota 100, la quale garantirebbe appunto maggior flessibilità.

Anche l'Inps continua a rilanciare una forma di pensione flessibile, che risolverebbe molti dei problemi che attanagliano la popolazione.

Il commissario dell'ente previdenza, Tiziano Treu, è tornato a parlare della riforma Fornero e della necessità di intervenire per modificarla e migliorarla. L'imperativo è di introdurre flessibilità nell'uscita dal mondo del lavoro a partire dal 2015. Un intervento di manutenzione serve alla legge firmata dall'ex ministro Elsa Fornero, così da permettere ai lavoratori di usufruire della pensione anticipata. Il commissario dell'Inps ha spiegato che l'attuale riforma delle pensioni può e deve essere migliorata. Ormai non c'è modo di inserire dei provvedimenti nella Legge di Stabilità, ma deve essere assolutamente un impegno per l'anno venturo, queste le parole di Treu.

Sarà l'Inps in prima persona a sottoporre al Governo delle proposte flessibili di pensione.

Diverse sono le opzioni fattibili per cambiare le norme introdotte dal Governo di Mario Monti, perciò staremo a vedere cosa verrà fatto. A chi chiedeva al commissario dell'Inps chi dovesse poi pagare per la pensione flessibile, lui ha risposto dicendo che potrebbero essere dimezzati i costi e divisi fra Stato e cittadini.

Dato che le coperture finanziarie sono il vero e proprio ostacolo, bisognerà trovare la giusta soluzione. Oltre alla flessibilità in uscita, l'Inps sostiene anche l'ipotesi di prestito previdenziale per coloro a cui mancano almeno 2 anni prima di andare in pensione; in questo caso il datore di lavoro continuerebbe a pagare i contributi, che poi il pensionato restituirà con piccole trattenute ogni mese dal suo assegno pensionistico.

Riguardo alle penalizzazioni, poi, si ipotizzerebbe un 2% di decurtazione l'anno sull'assegno della pensione per chi esce dal mondo del lavoro in anticipo; tra le altre proposte spunta nuovamente l'opzione contributivo donne, che potrebbe essere prorogata anche dall'anno prossimo in poi.