Consentire una maggiore flessibilità a chi è vicino al pensionamento resta l'obiettivo primario del Governo Renzi dopo che i giudici della Corte Costituzionale hanno bocciato il referendum abrogativo della vecchia riforma dell'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. Sono tante le proposte depositate sui tavoli del Governo che sta tuttora lavorando al fine di rendere più flessibile l'uscita dal lavoro. Come annunciato nei giorni scorsi da Poletti, infatti, occorre garantire una maggiore flessibilità in uscita non cancellando definitivamente le norme contenute nella Riforma Fornero, per adeguare la vecchia norma alle necessità di vari lavoratori che sono vicini al pensionamento o di quei lavoratori che hanno perso il lavoro ma non possono usufruire dei cosiddetti ammortizzatori sociali in attesa di raggiungere i requisiti necessari per fruire del trattamento pensionistico. Le proposte riguarderebbero in modo particolare l'opzione donna, ovvero la possibilità per le lavoratrici di andare in pensione a 57 oppure 58 anni e 3 mesi di età ma optando per il metodo contributivo. Per questa categoria, la novità consiste nel fatto che il Governo potrebbe aumentare il requisito anagrafico a 62 anni e 3 mesi più i 35 anni di versamenti contributivi. Rimane ancora da valutare la proposta del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, la quale prevede l'uscita dal mondo del lavoro a partire dai 62 anni di età e 35 anni di contributi. L'ipotesi Damiano, è volta ad incentivare tutti coloro che rimangono a lavoro oltre i 66 anni di età e disincentiva coloro che si ritirano prima.

Anche il meccanismo di Quota 100 potrebbe ottenere una grande considerazione da parte del Governo.

Si tratta di quel meccanismo che consente ai lavoratori di usufruire del pensionamento dopo aver maturato i requisiti necessari, dati dalla somma dell'età anagrafica con il totale dei contributi versati. Come riportato su "Urban Post", c'è poi, il cosiddetto prestito previdenziale valido per coloro che sono prossimi alla pensione. Infatti, i lavoratori che si accingono a chiedere il pensionamento, potranno usufruire di un assegno temporaneo di 760 - 800 euro mensili che andrebbe restituito tramite dei prelievi nel momento in cui si percepisce l'assegno pieno.