Il sistema previdenziale italiano, ha subito vasti cambiamenti negli ultimi anni. Dalla Riforma Dini approvata nel 1995, alla Riforma Fornero del 2011 e, infine alla nuova Legge di Stabilità che come tanti già sanno ha provveduto soltanto ad introdurre la norma sulla cancellazione delle penalizzazioni degli assegni pensionistici escludendo ancora una volta, altre problematiche venutisi a creare con la precedente Riforma riguardanti soprattutto gli esodati e i Quota 96 del comparto scuola. È stata la stessa Riforma Fornero ad allungare ulteriormente l'età pensionabile oltre a cambiare il sistema di calcolo degli assegni.

Infatti, dal 2011, i calcoli vanno effettuati seguendo il metodo contributivo, ovvero sulla base dei contributi effettivamente versati. Come specificato dal giornale "La Legge per tutti, la riforma dell' ex ministro del lavoro Fornero prevede due tipi di trattamenti pensionistici (pensione di vecchiaia e pensione anticipata) ma con sostanziali differenze nella maturazione dei requisiti necessari.

Infatti, per fruire della pensione di vecchiaia, occorre aver versato almeno 20 anni di contributi senza dimenticare che a partire dal primo gennaio 2016, sarà innalzato l'adeguamento della speranza di vita di 4 mesi. Per accedere al pensionamento anticipato, invece, è necessario aver maturato almeno 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le lavoratrici di sesso femminile.

Da non dimenticare, che, mentre la vecchia riforma prevedeva delle penalizzazioni sugli assegni, per coloro che pur avendo maturato il requisito contributivo non avevano raggiunto i 62 anni di età anagrafica, con la nuova manovra entrata in vigore il primo gennaio 2015, sono state cancellate tali penalità. Le lavoratrici donne, invece, che abbiano maturato i requisiti al 31 dicembre 2014, potranno accedere al prepensionamento soltanto optano per il metodo contributivo (opzione donna).

Ciò costituisce una vera e propria scappatoia alle norme dettate dalla Legge Fornero. Va ricordato, infine, che è ancora fruibile il salvacondotto che consente ai lavoratori nati nel 1951 e 1952 di accedere al pensionamento a 64 anni di età e 35 anni i contributi. Questa la prospettiva generale da seguire, per tutti coloro che intendono accedere al pensionamento.