Prosegue la girandola di news e aggiornamenti riferita a pensioni lavoratori precoci, lavori usuranti e opzione donna: da una parte continua il dibattito in vista di nuovi possibili interventi in tema di prepensionamento e pensione anticipata, dall'altra prosegue senza apparente soluzione di continuità la lotta condotta dal comitato opzione donna, che in settimana ha dovuto fare i conti con l'ennesima doccia fredda. Partendo da Pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti, pare ormai cristallizzato l'asse Poletti-Boeri-Damiano, una sorta di accordo non scritto che sta portando i tre a stilare all'unisono in questo 2015 gli interventi connessi alla riforma del pensionamento anticipato.

Il ministro Poletti ha recentemente appoggiato, seppur con cautela, la proposta del neo presidente INPS che vorrebbe tagliare le pensioni d'oro, mossa che da un lato avrebbe un sensibile impatto economico (Boeri ha parlato di oltre 4 miliardi di euro l'anno) e dall'altro vanterebbe un deciso significato sociale. Anche il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano si è detto favorevole sebbene il pensiero dell'ex ministro e membro del PD sia ancora concentrato sulle proposte di pensionamento anticipato contenute nel proprio ddl - Quota 100 e uscita a 62 anni di età più 35 di contributi -, un iter quello disegnato da Damiano che sconta però evidenti problematiche di ordine economico. Sul fronte opzione donna invece è ormai vicino l'avvio di una class action davanti al TAR del Lazio.



Pensioni lavoratori precoci, lavori usuranti e opzione donna: piano 2015, la class action - Il governo Renzi si muove finalmente all'unisono

Sebbene non si riscontrino significative novità, in tema di pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti c'è da registrare un'unione di intenti quasi senza precedenti. Boeri ha parlato di 'pazzesche disuguaglianze che vanno appianate', Poletti ha annunciato una manovra che va 'condotta per evitare il sorgere di evidenti problemi di natura sociale', Damiano ha esternato un deciso sostegno al piano 2015 stilato da Boeri e rilanciato le proprie proposte di prepensionamento, con Quota 100 e uscita a 62 anni di età più 35 di contributi a tenere ancora banco. Se ne parlerà con calma subito dopo l'approvazione dei decreti attuativi del Jobs Act, ma a lasciare ancora perplessi è il problema connesso al reperimento delle risorse economiche necessarie a finanziare la riforma. Il taglio alle pensioni d'oro suggerito da Boeri porterebbe nelle casse erariali 4 miliardi di euro l'anno, troppo pochi per poter 'pensare in grande'. E considerato che l'UE continua a guardare al caso italiano con grande attenzione - la Merkel è stata chiara, il monte spese previdenziale non va aumentato - le coperture economiche vanno ricercate altrove, in tagli ad ulteriori comparti. Il contesto di riferimento nel quale muoversi insomma non è agevole, ma di positivo c'è un movimento all'unisono che sembra permeare il governo Renzi come non accadeva da tempo.



Spostandoci da pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti all'opzione donna bisogna invece dar conto dell'ennesima batosta: l'emendamento presentato da SEL che chiedeva una proroga dei termini di fruizione dell'istituto sino a tutto il 2015 è stato respinto la scorsa settimana, ecco che il comitato opzione donna starebbe lavorando all'avvio di una class action davanti al TAR del Lazio. Nonostante l'importante contributo offerto sin dal primo giorno del suo insediamento, il neo presidente INPS Tito Boeri non si è ancora espresso sulla vicenda. In effetti l'INPS attende ancora la valutazione del Ministero del lavoro, che dovrà chiarire se il termine del 31 dicembre 2015 va considerato o meno ai fini della maturazione dei requisiti di accesso all'istituto. Seguiremo i futuri sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' poco sopra il titolo del pezzo.