Continua lo stato di grande fermento connesso a Pensioni lavori precoci, pensioni lavori usuranti e opzione donna: questo 2015 potrebbe essere l'anno della svolta per tutte e tre le vertenze, ma a giocare un ruolo decisivo, come sempre, sarà il volere del premier Renzi. Nel corso del suo mandato da Presidente del Consiglio, l'ex sindaco di Firenze non si è mai interessato alla riforma della previdenza, ma in questo nuovo anno la musica sembra cambiata: i plurimi incontri di inizio gennaio con Angela Merkel e con i membri della Commissione UE hanno spalancato le porte ad una riforma delle pensioni che adesso potrà 'contare' sull'appoggio dell'organismo sovranazionale purchè l'Italia mantenga i limiti di spesa entro soglie ragionevoli.
Incassato l'ok dell'UE, che sembra aver cambiato modo di pensare rispetto agli scorsi mesi, Renzi dovrà adesso 'cercare' i giusti alleati per calibrare il progetto di riforma, con il nome di Tito Boeri, neo presidente INPS, schizzato in cima alla speciale lista. Voluto proprio da Renzi, Boeri ha già fatto sapere che si procederà a tassare le pensioni dai 3mila euro in su, una manovra che consentirà all'Italia, sempre secondo l'economista della Bocconi, di risparmiare 4 miliardi di euro l'anno. Risorse che potrebbero essere impiegate per finanziare le manovre in vista su pensioni lavoratori precoci, pensioni lavori usuranti e opzione donna.
Pensioni lavoratori precoci, lavori usuranti e opzione donna: riforma 2015, Renzi decisivo con Poletti e Boeri a supportare il progetto riforma
Partendo da pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti, le ipotesi allo studio per questo 2015 rimangono le stesse di fine 2014: le due soluzioni principe restando quelle formulate dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, con Quota 100 da una parte e uscita per tutti a 62 anni di età più 35 di contributi dall'altra. Una terza via, sempre a firma Damiano, porta poi alla configurazione di una formula che consentirebbe a tutti di abbandonare l'impiego una volta maturati 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica di riferimento, misura questa che farebbe certo molto comodo in ottica pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti. In passato non si è proceduto per via della mancanza di fondi, ma la proposta di Boeri in combinato al rinnovato clima di confronto tra Renzi e l'UE potrebbe imprimere la svolta decisiva. L'Unione Europea guarda in particolare al breve periodo e non al lungo, cosa che impone all'Italia di fare sforzi economici limitati nell'immediato e comunque proiettati ad un risparmio futuro.E' l'identikit perfetto dell'azione che andrebbe compiuta in merito all'opzione donna, con oltre 7mila lavoratrici in attesa di sapere se in questo 2015 potranno andare in pensione sfruttando lo strumento che consente l'uscita dal lavoro a quota 57 o 58 anni di età più 35 di contributi. In questo caso saranno parimenti decisivi i ruoli di Renzi e Boeri, con quest'ultimo che in quanto responsabile dell'INPS dovrà rendere edotto il governo fornendo i numeri esatti sulla quota di lavoratrici che dovrebbero poter maturare i requisiti di accesso in questo 2015. La proroga sino al 31 dicembre è auspicata e auspicabile per questioni sociali ma anche economiche, dato che i trattamenti previdenziali risultano di molto inferiori a quelli tradizionalmente erogati con le casse statali che ne beneficerebbero oltre modo. Importante sarà anche il ruolo di Poletti, che ha già sottolineato la necessità di intervenire per evitare che sorga un problema sociale difficilmente gestibile. Seguiremo i futuri sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.