Dopo l'approvazione degli articoli riguardanti le assunzioni, l'esercito dei precari ha deciso di muoversi alla controffensiva, una controffensiva che fa rima con 'ricorso'. Bisogna andare in fondo, questo è il motto delle ultime ore che sta circolando sui social: anche a costo di arrivare sino alla Consulta, i precari sono più che determinati ad ottenere il risarcimento per le ingiustizie subìte, nonchè, ovviamente, la propria assunzione. Una situazione che rischia di mandare in tilt le casse dello Stato italiano, già alle prese con il clamoroso caso relativo alle pensioni che, secondo le ultime stime, costerà almeno sei miliardi di euro.

Mariastella Gelmini: 'Gravissima ingiustizia verso TFA e PAS'

In prima linea contro quanto approvato nel ddl 2994 renziano sulla riforma della scuola è l'onorevole Mariastella Gelmini, ex ministro (criticatissimo all'epoca) dell'Istruzione, che ha sottolineato la gravissima ingiustizia perpetrata nei confronti degli abilitati TFA (Tirocini formativi attivi, circa trentamila) e PAS (qui siamo intorno ai settantamila). L'esponente parlamentare di Forza Italia attacca la decisione del governo di escludere i docenti più giovani e meglio preparati per la Scuola italiana, mentre, al contrario, il prossimo settembre verranno assunti degli insegnanti, presi dalle Graduatorie ad esaurimento, che non possiedono alcuna abilitazione.

Non dimentichiamoci, poi, che tra coloro che rimarranno esclusi dal mega piano di immissioni in ruolo del prossimo settembre 2015, ci sono anche i docenti precari delle Graduatorie di Istituto.

Ricorsi precari: lo Stato si prepari ad un mega risarcimento

Insomma, nonostante la Corte di Giustizia Europea abbia intimato allo Stato Italiano di mettere la parola 'fine' alla politica di discriminazione nei confronti dei precari, la nuova riforma della scuola proseguirà, invece, nella stessa direzione 'pericolosa'.

Si calcola che potrebbero essere oltre 150.000 i ricorsi dei precari che potrebbero partire nelle prossime settimane e che potrebbero costringere lo Stato italiano, in caso di probabile sconfitta, a mega risarcimenti per un importo totale molto simile a quello relativo al 'pasticcio sulle pensioni'. Senza contare che l'inevitabile bocciatura da parte della Commissione dell'Unione Europea.