Non dobbiamo andare troppo indietro nel tempo per ritrovare l'emblematica frase del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini che parlava di Scuola che sarebbe ripartita a settembre con una maggiore regolarità rispetto al passato dominato dalla 'supplentite'.

Il 'parassita' dell'istruzione pubblica, garantiva un mese e mezzo fa il numero uno del Miur, sarebbe stato debellato: invece, tra poco più di tre settimane, quando suonerà di nuovo la campanella, tutto resterà esattamente come prima, con circa 10-15 mila supplenti annuali che, puntualmente, avranno il loro incarico a termine.

Possiamo tranquillamente chiamarla come la 'rivincita dei supplenti' contro il governo Renzi, contro la Buona Scuola tanto 'odiata' e, per questo motivo, boicottata da moltissimi precari in tutta Italia.

Precari supplenti, la rivincita contro il governo sulle assunzioni

Lo abbiamo visto con le domande di assunzione. Solo 71.643 insegnanti hanno affidato il loro destino alla 'lotteria' del Miur, un numero ben al di sotto delle previsioni del governo che aveva ipotizzato almeno 100-120mila adesioni.

Il 'flop' del piano assunzionale della Buona Scuola appare ancora più evidente se consideriamo che circa 13-14mila domande sono state inviate da educatori della scuola d'infanzia: una candidatura inutile visto che non ci sono posti da assegnare.

Morale della favola, i 55mila posti dell'organico potenziato verranno coperti solo parzialmente e così assisteremo ad una nuova invasione di supplenti, soprattutto al nord, dove già era scontata la 'necessaria chiamata' per docenti che insegnano matematica e inglese, ma anche per il sostegno.

Buona Scuola dal 2016, governo in 'ritirata': docenti all'attacco da settembre

La 'rivoluzione copernicana' annunciata da Renzi e dal ministro Giannini dovrà aspettare almeno fino a settembre del 2016, ma se consideriamo che la nuova legge ha già cominciato a far acqua da tutte le parti, non ci sorprenderemmo se arrivassero altre novità nei prossimi mesi.

I presidi si lamentano e preannunciano disastri dal punto di vista organizzativo, sia per quanto riguarda il piano dell'offerta formativa, sia per l'altra delicata questione, quella legata all'esonero dei collaboratori dei dirigenti scolastici.

Possiamo dire che il governo, per il momento, è stato costretto a battersi 'in ritirata', in attesa di preparare la controffensiva. Come già annunciato dai sindacati, l'esercito dei docenti non resterà certamente a guardare: da settembre, nuove proteste e manifestazioni e soprattutto, nessuna collaborazione.