Si riaccende il dibattito sulla previdenza, dopo che le ultime ore hanno registrato una nuova girandola di dichiarazioni da parte di politici e tecnici. Ultimo in ordine di apparizione è il Presidente dell'Inps Tito Boeri, che ha lanciato l'allarme su di un possibile mancato intervento di flessibilitàprevidenziale nel 2016, indicando gravi conseguenze non solo per chi vive oggi situazioni di disagio ma anche per la futura situazione pensionistica dei giovani (che si vedonodavanti al rischio di ottenere la quiescenza sulla soglia dei 75 anni di età).

Quello a cui si troverà davanti il Paese se non si interviene con dei correttivi in merito all'attuale meccanismo di turn over è quindi uno scenario che porterà a "perdere intere generazioni". Il rischio appare maggiormente concentrato nella cosiddetta "generazione 1980", all'interno della quale sono ancora in molti a non avere alcuna occupazione ed al contempo a non essere coinvolti in nessuna attività formativa. Per cercare di rimediare a questa situazione, Boeri suggerisce di non perdere altro tempo: "il tema va affrontato subito, serve una riforma complessiva del sistema". Il richiamo è ovviamente alla politica, visto che per il rappresentate dell'istituto di previdenza "noi la nostra parte l'abbiamo fatta".

Riforma pensioni 2016, sul percorso di ottimizzazionedell'Inps tanti ostacoli

Stante la situazione, molto deve ancora essere fatto, mentre dopo le recenti dichiarazioni di Padoan sale l'attesa per l'avvio di un ragionamento approfondimento in merito alla flessibilità previdenziale. "Ora tocca alla politica, che teme le buste arancioni" ricorda Boeri esprimendosisulla vicenda dopo un convegno tenutosi all'Università Cattolica.

Questo tenendo a mente cheper riuscire ad avviare l'operazione trasparenza l'Inps ha dovuto superare moltissimi ostacoli, "soprattutto perché nella classe politica c'è stata paura, la paura di essere puniti sul piano elettorale". In merito invece al meccanismo del prepensionamento tramite il part time agevolato, l'economista ha sottolineato il provvedimento come una sperimentazione da seguire con attenzione, anche se i fondi a disposizione dell'Inps restano limitati.

Sulla base di ciò, secondo Boeri gli aderenti complessivi "non potranno essere più di 30000 lavoratori nel giro di 3 anni".

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