Continua a tenere banco la questione relativa al nuovo sussidio di disoccupazione, la Naspi che è entrata in vigore nel maggio del 2015. Le evidenti storture normative che hanno accompagnato il sussidio fin dalla sua nascita, sono sempre al centro delle polemiche e del dibattito anche politico. Il nuovo ammortizzatore sociale, fin dai suoi albori ha presentato anomalie per i lavoratori stagionali, le badanti o colf, ma anche soggetti con contratti di appalto o somministrazione. Ecco perché si chiede l’intervento del Governo a tamponare una falla tanto evidente che sembra strano che a più di un anno dall’avvio, non si sia ancora riparata.

Ma qualcosa si muove in Parlamento, con una risoluzione approvata all’unanimità dalla Commissione Lavoro della Camera.

Soluzione o trovata elettorale?

Le risoluzioni presentate dalle opposizioni (Lega e M5S su tutti) si affiancano ad una depositata anche dal partito di maggioranza, il PD. Sono tutte proposte che mirano a cancellare quei vincoli normativiche riducono di molto la duratadella Naspi per molti lavoratori, in primo luogo quelli del settore turistico ed alberghiero. Una cosa che appare certa è che il Governo, anche sposando le problematiche e le proposte fin qui pervenute (in Commissione tutti d’accordo sul problema stagionali), difficilmente interverrà con una Legge. Prima perché i tempi sono relativamente stretti con la stagione turistica che presto terminerà e poi perché la testa dell’Esecutivo è su altri problemi come la riforma delle Pensioni ed il referendum costituzionale.

La partita elettorale che si giocherà con il referendum però potrebbe venire in aiuto alla questione Naspi, con il Governo che deve intervenire per cercare di raccogliere consensi in vista proprio del referendum. E se non sembra possibile intervenire in maniera normativa, quindi legiferando, una pezza potrebbe essere messa con un intervento tampone, una specie di salvaguardia sulla falsariga di quanto avvenuto lo scorso anno.

La via tracciata dal Governo è quella di estendere la durata della Naspi anche per gli stagionali, ma le notizie non sono tutte buone, perché c’è già chi grida al contentino elettorale.

Cosa si pensa di fare

Lo scorso anno si salvaguardarono questi lavoratori bonificando i periodi già coperti da altri sussidi che di fatto, non essendo utili al calcolo della durata della Naspi, ne riducevano il periodo di fruizione.

Quest’anno non si farà la stessa cosa, anzi tra paletti e vincoli, si tratta solo di aumentare la durata della Naspi tra il 10 ed il 40%, in definitiva, poco più di un mese di sussidio in più. Lo schema è stato tracciato da una proposta di un gruppo interno al PD, con la prima firmataria l’Onorevole Maestri. Così come è oggi, la Naspi per gli stagionali, dovrebbe essere lunga la metà delle settimane lavorate nell’anno in corso, perché tutti i periodi di lavoro nel quadriennio precedente, probabilmente hanno dato luogo già ad altri eventi di disoccupazione coperti dai vecchi ammortizzatori sociali. Il tutto è abbastanza scontato, con la natura stessa del lavoro nel settore turistico che tra brevi periodi e discontinuità, va di pari passo con i sussidi Inps.

Uno stagionale che in media lavora 5 mesi all’anno,con le norme attuali prenderà meno di 3 mesi di sussidioed è qui che la soluzione è al vaglio, concederebbe una specie di bonus settoriale di 36 giorni in più di Naspi. Questo però dovrebbe essere valido solo per i lavoratori al secondo anno di lavoro, non per quelli che hanno iniziato a lavorare quest’anno. Il problema sembra sempre lo stesso, con la ferma volontà del Governo di trasformare tutto il settore previdenziale ed assistenziale nell’indirizzo dei contributi versati. Come per le pensioni anche per gli ammortizzatori, chi più versa più riceve. Per gli stagionali però questo è il grande problema, con un lavoro che non permette continuità lavorativa tale da avere una massa contributiva in linea con l’idea del Governo.