Torniamo a fare il punto sulla situazione dei lavoratori esodati all'interno della nostra rubrica "Parola ai Comitati". Negli scorsi giorni vi abbiamo riportato il comunicato diffuso dalla Rete dei presidi territoriali, che si è appellata a Governo e Parlamento affinché l'8va azione di salvaguardia in corso di preparazione possa dirsi davvero definitiva. L'obiettivo dei lavoratori consiste nell'ottenere l'accesso all'Inps per tutti i 34mila pensionandi ancora in attesa di una risposta, mentre le prime indicazioni giunte dal Governo (secondo i commenti del Ministro Poletti e del Sottosegretario Nannicini) parlavano di una platea composta da circa 28mila persone.

Il dubbio sarà comunque sciolto nella giornata di oggi, visto che è atteso nelle prossime ore l'arrivo in Parlamento della Legge di Bilancio 2017. Il testo dovrebbe contenere anche la stima definitivasulla platea degli esodati che potranno beneficiare della nuova azione di tutela: vediamo insieme quali sono i numeri del contendere nel nostro nuovo articolo di approfondimento sulla previdenza pubblica.

Pensioni e lavoratori esodati: i soggetti coinvolti nella discussione

Stante la situazione appena descritta, sulla questione restano puntati gli occhi di numerosi gruppi di lavoratori. A partire da coloro che hanno maturato il diritto alla quiescenza con le regole previgenti nell'intervallo dei 36 mesi dalla scadenza della mobilità, oltre agli autorizzati ai versamenti volontari ed a coloro che hanno interrotto il servizio in via unilaterale, oppure sulla base di accordi legati a specifici incentivi (con i quali si prevedeva la maturazione del diritto alla pensione in data posteriore al 6/12 del 2017).

Sono quindi da considerarsi come interessati alle misure in arrivo anche tutti coloro che non sono stati inseriti nelle precedenti sette azioni di salvaguardia parlamentare, ad esempio perché pur avendone diritto, non hanno depositato presso l'Inps l'istanza di accesso entro i termini previsti dal legislatore (scaduti lo scorso 1/03 dell'anno corrente).

I lavoratori chiedono la salvaguardia dei soggetti più deboli

Restano invece i dubbi e le perplessità circa la possibile limitazionedel periodo di salvaguardia a soli 24 e 12 mesi per alcune categorie che paradossalmente risulterebbero più deboli, come nel caso di chi non ha potuto versare contributi volontari all'Inps o di chi è stato licenziato con un contratto determinato in corso.

Una restrizione che la Rete ha già definito come inaccettabile e sulla quale promette battaglia qualora dovesse effettivamente trovare spazio all'interno dellaLdB 2017. In tal caso, gli esodati si avvierebberoalla mobilitazione, al fine di ottenere una tutela per tutti i 34mila soggetti in attesa di risposte.

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