Il giornalista e opinionista italo svizzero Klaus Davi, tra i vari impegni, sta conducendo anche una propria inchiesta sul 'made in Italy'. Per l'occasione si è portato fino a Biella in Piemonte, per incontrare Alessandro Barberis Cannonico, ingegnere e amministratore delegato della Vitale Barberis Cannonico, il lanificio più antico d'Italia. La visita di Davi si colloca all'interno di una serie di domande difficili da rispondere se non si 'scende in campo' e non si tocca con mano la surreale realtà delle varie Italia, quella della mancanza del lavoro, e quella del lavoro, magari manuale, che i giovani non vorrebbero svolgere.

E che aggrava ulteriormente il problema delle cosiddette aziende senza giovani e dei ragazzi senza un lavoro. Un connubio, che secondo molti esperti porterebbe, a un inasprimento dello scontro generazionale.

'Un passo indietro davanti al termine manifatture'

Vitale Barberis Cannonico è un'azienda italianissima costruita su solide basi da tredici generazioni, oltre 150milioni di fatturato e una lunga tradizione di clienti eccellenti. Persino l'avvocato Agnelli, George Bush e Hu Jintao, ex segretario del partito comunista cinese hanno indossato i loro capi. Eppure, come spiega nel video l'ad Alessandro Barberis Cannonico, il termine manifattura fa letteralmente scappare gli studenti degli Istituti Tecnici e universitari, che, per una questione di moda, sarebbero più orientati alla vendita, al marketing e alla comunicazione.

Un problema, assicura l'industriale, che avrebbe forti radici sbagliate già nella stessa scuola, perché inconsapevoli che la nuova generazione del tessile è totalmente automatizzata.

'La generazione Zuckerberg vuole solo aprire le start-up'

L'appello dell'industriale biellese trova una sponda anche in altre realtà della compagine manifatturiera del Belpaese.

Infatti, dello stesso preoccupante avviso si fanno portavoce anche il marchigiano Giovanni Fabiani, titolare di un'azienda che produce calzature 'griffate', Bachisio Ledda, a capo della Mail Express, il quale confessa che, per i ragazzi italiani, far il postino equivarrebbe a una bestemmia. Più duro invece, l'intervento di Rodolfo Zengarini, CEO dell'omonima azienda calzaturiera che produce per rinomati marchi della moda mondiale.

Zengarini punta il dito non solo contro il mondo della scuola, ma anche contro la politica delle facili illusioni e degli ingannevoli finanziamenti pubblici a quelle start-up destinate in gran parte a fallire nel breve termine.

Insomma, le polemiche intorno all'artigianato italiano non si placano. Al riguardo Barberis Cannonico, assicura che tra 5 anni oltre il 20% della forza lavoro andrà in pensione, e almeno nella sua Biella, non si riesce ad attirare validi giovani atti al fatidico ricambio generazionale. Neanche a pagare 3mila euro al mese per un valido informatico.