Ben al di sotto delle attese saranno gli aumenti degli stipendi dei lavoratori del pubblico impiego al termine della riforma della Pubblica Amministrazione e, principalmente, del rinnovo dei contratti statali nel 2017. I conti di quanto rimarrà nelle buste paga degli statali al netto dei contributi previdenziali e delle tasse (in primo luogo l'Irpef, ma non solo) è stato fatto da Italia Oggi nell'edizione odierna, tanto è vero che degli 85 euro lordi promessi dal Governo per il 2018 ne rimangono meno di un terzo. In più, sono allo studio ulteriori riforme che andrebbero perfino a modificare alcuni tasselli introdotti dalla Buona Scuola di Renzi appena due anni fa, in primo luogo la Carta del docente studiata per la formazione culturale degli insegnanti.

Riforma Pa 2017 e contratti statali, ultime novità di oggi: di quanto saranno gli aumenti di stipendi?

Secondo i calcoli del quotidiano economico, gli aumenti dal 2018 degli 85 euro mensili connessi al rinnovo dei contratti statali 2017 sarebbero 45 euro lordi che, al netto, diventerebbero 25 euro da distribuire in busta paga tra salario tabellare e straordinario. Infatti, dagli aumenti di stipendi lordi occorrerà sottrarre i contributi previdenziali per circa un terzo degli importi stessi e le imposte fiscali sui redditi. Pertanto, pur recando l'accordo di fine novembre 2016 tra Governo e sindacati la dicitura "85 euro lordi", occorrerà che l'Esecutivo raddoppi le risorse da destinare agli aumenti degli stipendi dei lavoratori della Pubblica amministrazione per mantenere il livello degli 85 euro netti o, quantomeno, non discostarsene di così tanto tra lordo e netto.

Senza considerare che, secondo Italia Oggi, gli stipendi dei dipendenti statali dal blocco del 2009, hanno perso almeno il 10 per cento del potere d'acquisto.

Contratti statali e scuola, ultime notizie oggi: a rischio la Carta docente 2017/2018?

In uno dei quattro nuovi comparti della Pubblica amministrazione, quello della "Conoscenza" nel quale rientra la scuola, emergono altre problematicità connessi al rinnovo dei contratti statali 2017.

Oltre alla questione della compatibilità degli incrementi degli stipendi con il bonus di Renzi di 80 euro (nella scuola in molti rientrano tra i 200 mila che guadagnano appena al di sotto dei 26 mila euro), si fa avanti l'ipotesi di spostare i 380 milioni di euro utilizzati per finanziare il bonus per la formazione dei docenti di ruolo di 500 euro a favore degli adeguamenti degli stipendi.

Tale somma, infatti, potrebbe essere utilizata per recuperare l'utilità dell'anno 2013 valevole per gli scatti di carriera. Infatti, su questi ultimi persiste il ritardo di un anno rispetto ai cosiddetti "gradoni" previsti dal contratto.