Il primo ministro greco Alexis Tsipras, dopo la fuga dal tavolo della trattativa, con l'Unione Europea, corre in Grecia a proporre al popolo un referendum, per capire se i greci sono d'accordo o meno a un'intesa con i paesi europei, un accordo che li salverebbe dal fallimento. Il referendum è stato indetto per il 5 luglio, la popolazione è sempre più allarmata, continuano gli assalti ai bancomat e stavolta Tsipras fa chiudere le banche, e la borsa valori per 6 giorni. Tutto questo ovviamente produce un contraccolpo negativo su tutte le borse europee.

E' un momento molto delicato

L'Europa è in disappunto con la Grecia su due punti in particolare, il nodo pensioni e l'IVA, e altri problemini. Il piano greco non ha convinto l'UE, è un piano che si basa principalmente sull'aumento delle tasse, ma anche l'Ue non ha fornito un piano soddisfacente, entrambe hanno presentato dei piani di rientro a breve termine, in sostanza solo «manovre correttive contabili» come scrive l'analista finanziario Mario Seminerio sul Sole 24 Ore, che portano semplicemente a rinviare le problematiche, come l'elevatissima evasione fiscale, l'immobilità del mercato del lavoro.

E' chiaro che così, come sono messe le cose, nessun Stato sarebbe in grado di risollevarsi, a patto che non ci siano seri accordi tra gli Stati Europei creditori.

L'Italia è il terzo paese europeo, creditore verso la Grecia, con un'esposizione di ben 65 miliardi di euro, una cifra che fa ben pensare, a cosa accadrebbe anche all'Italia, in caso di un default greco. In sostanza, avremo negativi effetti a catena che porterebbero a drammatici scenari. La Grecia ora è come un pesciolino attorniato dagli squali, la Cina si è già proposta per darle una mano, ma a che prezzo?

Una cosa è certa, che chi ci guadagna in tutto questo, sono i grossi speculatori dei mercati finanziari globali, sono loro i burattinai di questo teatro?

Uno Stato è come un'azienda

Questa è un'affermazione in cui gli economisti, mi daranno sicuramente contro, ma l'affermazione è per sottolineare, che se in ogni Stato, ci fossero veramente dei controlli mirati, su tutti gli apparati statali, non si arriverebbe mai a questi livelli di passività economica, ma è solo la mia opinione.

Il problema fondamentale è che in ogni sistema, ci sono persone, che lavorano molto per propri interessi, e in questo caso abbiamo Stati, fatti di persone. Ogni situazione economica è risolvibile, a patto però, che qualcuno rinunci a qualcosa, e che l'Unione Europea sia davvero un'unione d'intenti e di valori comuni, l'Europa deve trovare un accordo, la Grecia deve rimanere nell'UE, per il bene di tutti.