È iniziata quest’oggi, giovedì 14 settembre, la maxi esercitazione militare congiunta tra Russia e Bielorussia che per sei giorni avrà luogo nell'area baltica. Nome in codice: Zapad, che in russo significa "occidente". A renderlo noto il Ministero della difesa russo sottolineando che saranno coinvolti militari (oltre 12mila unità) aerei e navi da guerra.

Zapad, che significa “occidente” in russo, non sarebbe altro che l’ultimo di una lunga serie di esercitazioni militari che l’ex Unione Sovietica inaugurò durante gli anni ’70, poi interrotte per qualche tempo dopo il crollo del comunismo e riprese nel ’99 quando Putin è diventato presidente della Federazione russa.

Il Cremlino assicura infatti che l’esercitazione era prevista da tempo e non ha nulla a che vedere con le sanzioni internazionali. Dal canto suo la Nato ha risposto che monitorerà le operazioni di questi giorni, non nascondendo il timore che la Russia stia celando il reale numero di truppe impiegate in questo "risiko" (sulla carta al ribasso). C’è da preoccuparsi? Alcune considerazioni a riguardo.

I Paesi baltici non sono l'Ucraina

A parlare di maxi-esercitazione è comprensibile un certo disagio e perplessità da parte dei paesi Occidentali che hanno assistito impotenti alle guerre ibride condotte dalla Russia prima in Georgia e poi in Ucraina. Si tratta di una preoccupazione che non ha contagiato solo le élites militari ma anche il mondo del cinema come successo con la serie tv "Okkupert" che narra l'invasione della Norvegia da parte della Russia ambientandola nei giorni nostri.

Il telefilm, di cui finora si ha solo una prima stagione non ha mancato di suscitare molte polemiche, in particolar modo da parte russa che ci tiene a sottolineare i buoni rapporti esistenti tra i due paesi.

Tornando alle Repubbliche baltiche, va chiarito perché il paragone con la Crimea non regge. A differenza dell’Ucraina, i paesi baltici sono membri della Nato e pertanto godono della protezione dell’articolo V, che invoca la difesa collettiva contro l'aggressione di uno o più paesi aderenti alla Nato da parte di una minaccia esterna.

Ed è quanto successe all'indomani dell'11 settembre quando Bush jr chiamò a raccolta gli alleati nel formulare la guerra ai talebani. Questo non significa che l'Alleanza nordatlantica saprebbe prevenire gli effetti devastanti di un attacco russo a danno delle Repubbliche baltiche, ma è più corretto parlare di dissuasione. Infatti, secondo uno studio condotto dagli analisti della Rand Corporation (think tank statunitense) del 2016, in caso di invasione russa, i tre paesi baltici cadrebbero nel giro di poche ore.

Poiché la Nato comprende alcuni paesi atomici (come gli Usa), questo rende altamente improbabile che la Russia sia pronta a pagare il prezzo di una guerra totale.

Quindi se non c’è da sottovalutare una certa influenza russa sulla regione baltica, del resto inevitabile in virtù della loro prossimità geografica, non vi è alcuna prova che suggerisce al momento intenzioni realmente belliche al di là delle esercitazioni. Le carte in tavola potrebbero cambiare solo nel caso di uno scioglimento della Nato o di una uscita assai improbabile dei tre paesi baltici da tale alleanza, proprio come succede nel telefilm Okkupert. Che i giochi abbiano inizio, la guerra può attendere.