La visita di Rex Tillerson a Mosca e gli incontri con il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, e con il presidente Vladimir Putin, sono stati un modo diplomatico di esprimere posizioni contrastanti che, al momento, vedono pochissimi punti in comune. L'unico risultato è che, probabilmente, verrà ristabilito il canale di contatto diretto tra i comandi militari di Stati Uniti e Russia per evitare incidenti aerei sui cieli della Siria. Per il resto non ci sono margini di intesa, a partire dal presunto attacco chimico di Khan Sheikhun. Mosca, infatti, continua a sostenere che la fuga di gas tossici è stata causata dall'esplosione di un deposito di armi chimiche a disposizione dei ribelli.

Le ultime notizie fornite da Washington smentirebbero questa tesi. Il Pentagono, infatti, sarebbe in possesso di intercettazioni che testimonierebbero i preparativi del governo siriano per un attacco chimico nella zona di Idlib.

Le intercettazioni delle Intelligence statunitensi

Secondo le notizie diffuse dalla Cnn, fornite da una non citata "fonte ufficiale", militari e componenti dei servizi segreti statunitensi hanno intercettato le comunicazioni del comando siriano relative alla preparazione di un attacco chimico nella zona di Idlib. Tale materiale sarebbe stato visionato nelle ore successive alla presunta azione dell'aviazione siriana, pertanto gli Stati Uniti non potevano essere a conoscenza delle intenzioni di Damasco.

Le Intelligence americane intercettano vaste quantità di comunicazioni in Medio Oriente, il materiale generalmente non viene sottoposto ad attenta analisi a meno di eventi che ne richiedono una maggiore attenzione. La Cnn ha inoltre reso noto che, dalle intercettazioni esaminate, non emerge alcuna complicità della Russia su quanto accaduto, ma nel contempo, da parte della citata fonte che ha diffuso la notizia, non c'è alcuna intenzione di scagionare a priori il Cremlino.

"Probabile - hanno detto alla Cnn, citando il parere della fonte ufficiale - che i russi siano molto attenti ad evitare che le loro comunicazioni siano intercettate". Ci troviamo tra due fuochi. Se le intercettazioni statunitensi sono autentiche, i dubbi sulla lucidità mentale di Bashar al-Assad sono più che legittimi. Un attacco chimico che coinvolge la popolazione civile, quando la situazione militare sul campo è di indubbio vantaggio, non è solo crudele e sciagurato ma incredibilmente folle, perché avrebbe messo pesantemente a rischio una guerra praticamente vinta ed il possibile beneplacito della comunità internazionale sulla continuità del proprio governo o su un'eventuale partecipazione a future elezioni in Siria (visto che secondo la tesi russa l'ultima parola su Assad va espressa dai siriani).

Ma la Storia recente degli Stati Uniti mostra chiaramente come, talvolta, i pretesti per le azioni di guerra siano stati creati ad hoc.

Dalla Maddox a Saddam, i 'pretesti storici' degli americani

Nel 1964, ad esempio, l'intervento militare americano in Vietnam fu giustificato dal presunto attacco delle forze nordvietnamite alla nave 'Maddox' nel golfo del Tonchino che poi si è rivelato totalmente falso, ma sufficiente per trascinare gli Stati Uniti verso il peggior disastro militare della loro Storia. Nel 1999 il massacro di Racak fornì il pretesto della guerra in Kosovo, quando in una fossa comune erano stati trovati 45 corpi di civili. Sarebbe stata la testimonianza della crudeltà delle milizie serbe, in realtà tutti i dubbi di una messinscena perpetrata dall'Uck con la collaborazione di Intelligence straniere - con corpi di militari ribelli uccisi in circa un mese di combattimenti, raccolti ed ammassati per simulare l'eccidio - sono ancora in piedi.

Per non parlare delle famose armi chimiche di Saddam Hussein, mai trovate in Iraq. Naturalmente gli Stati Uniti non sono stati l'unica potenza militare a pianificare azioni con l'unico scopo di giustificare le successive guerre. Comunque sia, tutti i dubbi restano, anche di fronte al brusco cambio di rotta di Donald Trump nei riguardi della NATO.

NATO, da 'obsoleta' a 'necessaria'

Per mesi la NATO è stata nel mirino di Trump, sia nel corso della sua campagna elettorale che durante le prime settimane di presidenza. Le sue bordate su un'alleanza 'obsoleta' e 'troppo dispendiosa' hanno riempito le pagine cartacee e virtuali delle maggiori testate giornalistiche planetarie. Ma 'TheDonald' ha ormai abituato il mondo ai suoi improvvisi testacoda.

"Avevo detto che la NATO era obsoleta, oggi non è più obsoleta" ha detto il presidente degli Stati Uniti nel corso di una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Trump ha inoltre reso noto che nei prossimi mesi lavorerà "a stretto contatto con tutti i nostri alleati per rafforzare questa partnership ed adattarla alle sfide del futuro. Gli alleati dovrebbero lavorare insieme per risolvere il disastro della Siria".