Nella giornata di oggi 24 gennaio 2014, verrà varato dal Consiglio dei Ministri il cosiddetto "decreto privatizzazioni", che avrà lo scopo di portare liquidità immediata nelle casse dello Sato per un importo stimato attorno agli otto miliardi di euro (anche se fonti più ottimistiche arrivano a dodici milioni di euro). Tale entrata, evidenziata dalle parole dello stesso premier Enrico Letta, verrà utilizzata per diminuire il debito pubblico.

Come anticipato dallo stesso Ministro dell' Economia, Fabrizio Saccomani, si comincierà con la vendita di circa il 40% delle quote di Poste Italiane; lo Stato Italiano, nonostante la vendita di un pacchetto così rilevante, manterrà in ogni caso la maggioranza del capitale della società, per ora interamente sotto il suo controllo.

Tali quote potranno essere acquisite sia da investitori istituzionali che dagli attuali 145 mila dipendenti, che potranno così ottenere la propria presenza presso il Consiglio di Amministrazione. Accanto alla Borsa, non si eclude di utilizzare come strumento di vendita i fondi di private equity, come già accaduto nel caso delle poste del Belgio.

La privatizzazione potrebbe interessare non solo Poste Italiane ma anche altri gioielli dello Stato. Come si legge nelle pagine de 'La Repubblica ', il governo potrebbe pensare alle vendite di quote di Sace e Grandi Stazioni, oltre che a quotazioni  non di maggioranza di Enav, Fincantieri, Cdp Reti e probabilmente al 3% di Eni.