L'argomento Scuola è al centro dell'attenzione in questi giorni e non soltanto perchè l'Italia intera abbia voglia di dimostrare la propria solidarietà ai docenti di fronte ad una riforma che viene considerata ingiusta. In ballo c'è molto di più e questo ormai si è ampiamente capito. Lo stesso Renzi, quando si dichiara contento perchè si sta parlando finalmente delle questioni legate alla scuola (dopo anni di silenzio) sa benissimo che, con la sua Buona Scuola, si sta giocando la permanenza a Palazzo Chigi. L'ennesima dimostrazione si è avuta anche ieri, venerdì 15 maggio, durante la manifestazione in piazza del Pantheon, dove, insieme agli insegnanti, sono prontamente intervenuti 'a sostegno' i vari Pippo Civati, Stefano Fassina e Gianni Cuperlo.

Persino Enrico Letta si è schierato a fianco del mondo della scuola, definendo il ddl in approvazione al Parlamento come una riforma troppo frettolosa che ha bisogno di essere subito raddrizzata.

Mai parlato così tanto di scuola: tutto fa politica

Anche chi non segue la politica da vicino, ha ormai compreso che la scuola sta interessando più come questione politica che come questione lavoro. Ecco perchè, con un sottile filo di ironia, Renzi ha sottolineato di essere contento che si parli di scuola, anche perchè dobbiamo ammettere che non si era mai visto prima così tanto interesse verso ciò che accade nelle aule degli istituti italiani, se non quando nella pagina della cronaca locale leggiamo delle 'cadute calcinacci' dal soffitto in stile 'attentato'...

Matteo Renzi ha fretta di chiudere: la minoranza PD progetta lo 'sgambetto'

Renzi ha fretta e procede come un caterpillar sulla riforma perchè ha capito che esitare potrebbe risultargli fatale: se poi ci aggiungiamo la probabile diminuzione di consensi che il leader del Partito Democratico subirà alle elezioni regionali, secondo quanto sbandierato dai sondaggi politici degli ultimi giorni, appare evidente come la questione scuola dev'essere trattata con la dovuta 'delicatezza'. 
La minoranza Pd è pronta a dare una mano all'opposizione, capitanata dal Movimento Cinque Stelle, pur di far cadere dal 'trono' il Presidente del Consiglio: ecco perchè c'è fretta di chiudere e di portare a casa un altro 'successo', dopo quello ottenuto con la legge elettorale, con l'approvazione dell'Italicum. Costi quel che costi.