Talvolta i siciliani sono tacciati di provincialismo; nella terra del Gattopardo, "tutto deve cambiare affinché tutto resti uguale". Ma il mondo è un luogo imprevedibile. E così, volenti o nolenti, ci si ritrova al centro delle manovre strategiche Nord-Atlantiche, volte anche al non troppo celato intento di irretire il ritrovato quasi-nemico dell'est: la Russia di Putin. Sono infatti diventati ormai prassi i continui sconfinamenti dell'aviazione Russa nei cieli del Mar Baltico, mentre i rapporti tra Mosca e Kiev sono sempre più tesi sul nodo Crimea e Transinistria, e si rispolvera l'idea di una nuova collocazione di missili balistici a medio raggio nella base americana di Sigonella, come non ha escluso all'ultimo summit convocato a Stoccarda il portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Joe Sowers, in risposta alle presunte violazioni da parte russa del trattato INF (trattato per il controllo sui missili a testata nucleare a medio raggio, tra 500 e 5.500 km) firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov.

L'area del mediterraneo vedrà in azione, a partire dai primi di ottobre, almeno 25.000 soldati della NATO, impegnati, sotto la guida dell'Ammiraglio statunitense Ferguson dal comando di Napoli, nell'operazione denominata "Trident Juncture". Il fine principale dell'operazione è quello di testare la capacità di reazione delle forze occidentali, in particolare un contingente di "pronto intervento" in grado di essere perfettamente operativo in 48 ore nel sud dell'Europa. Le aree interessate saranno prevalentemente Spagna, per le forze terrestri, e il Portogallo, ma la Sicilia sarà al centro di tutte le operazioni aeree; nella base del 37esimo stormo di Trapani Brigi, sono attesi più di 70 veicoli e oltre 5.000 militari da tutti i Paesi dell'Alleanza Atlantica.

In una nota di qualche giorno fa, il Comando dell'Aeronautica italiana, Reparto Sperimentale e di Standardizzazione al Tiro Aereo di Decimo, ha annunciato la decisione di spostare le operazioni aeree dall'aeroporto di Decimumannu in Sardegna a quello di Trapani, per "l'insussistenza delle condizioni per operare con la necessaria serenità".

E' infatti risaputo che la Sardegna sia la Regione italiana ove più spesso hanno luogo esercitazioni, attività di addestramento o testing delle capacità belliche, tanto italiane quanto straniere, causando così regolari proteste da parte della popolazione e resistenze da parte del governo regionale.

Questa operazione segue quelle già svolte di recente: la "Noble Jump" in aprile scorso in Polonia, e una seconda imponente esercitazione navale in Scozia, chiamata "Joint Warrior".