E' stato recentemente pubblicato un Bando che, dopo oltre 10 anni, riapre le assunzioni nell'Istituto nazionale di Previdenza Sociale. Alla pubblicazione, preannunciata dal Presidente Tito Boeri tramite il social network Twitter, sono seguite non poche polemiche, dovute soprattutto al prerequisito richiesto per la presentazione della domanda, una certificazione valida di lingua inglese, pari almeno al B2 del Common european Framework rilasciata da enti accreditati dal MIUR. Ma, altre domande serpeggiano tra i possibili concorrenti...

Una dura selezione

Qui intendiamo svolgere alcune considerazioni, con l'intento di accompagnare la riflessioni di quanti non sono certi delle proprie chances di successo. Sono infatti i punteggi incrementali (la cosiddetta "valutazione dei titoli"), oltre alle variegate tipologie di materie richieste per le due prove scritte e l'orale, a porre gli interrogativi maggiori. In estrema sintesi, il Bando suddivide il punteggio massimo conseguibile (90 punti) in tre segmenti: la media dei punteggi ottenuti agli scritti (max 30 punti), il voto dell'orale (in trentesimi), ed il voto per i titoli (anche qui, max 30 punti)

Nessun vincitore crede al caso

Il Presidente Boeri sta pubblicizzando notevolmente il Bando, soprattutto nelle Università; il profilo richiesto è infatti altamente qualificato e "poliedrico", ma poco conosciuto ai più ed appena introdotto all'Inps.

In estrema sintesi, l’analista di processo, nel caso della pubblica amministrazione, può essere anche definito come analista dei procedimenti, cioè un operatore capace di svolgere consulenze ed erogare i servizi dell'Ente anche nei confronti di utenza straniera o in casi di elementi di transnazionalità delle posizioni previdenziali e lavorative.

Ne consegue che le figure ideali siano appunto i giovani laureati, in giurisprudenza, economia e ingegneria gestionale, meglio se con titoli post laurea.

Ma quante possibilità ci sono di qualificarsi in posizione utile in graduatoria? Questa domanda è circondata da un'alea abbastanza ampia; infatti, se da una parte, sembra molto probabile, stante gli annunci fatti dallo stesso Istituto, che i posti verranno aumentati grazie a nuove coperture finanziarie, così assorbendo anche idonei non utilmente collocati a conclusione del bando, non di meno un punteggio per titoli pari a zero rende verosimilmente impossibile a qualsiasi candidato, anche quello che dovesse conseguire il punteggio massimo alle prove d'esame, di collocarsi utilmente rispetto a chi avrà invece un qualche titolo in curriculum.

Anche a causa di ciò, sul web impazza l'offerta di corsi che promettono di far conseguire rapidamente ogni tipo di certificazione. Ma resta il fatto che un Dottore di ricerca, il quale, come avviene di norma, abbia avuto anche un punteggio di laurea abbastanza alto, senza altri titoli, avrà un vantaggio finale pari a 16-20 punti su un candidato senza titoli e con un voto di laurea inferiore a 101.

L'insidia dei quiz

La prima prova scritta, di stampo oggettivo-attitudinale, consisterà nella risoluzione di quiz a risposta multipla, di carattere psicoattitudinale e in materia di logica, cultura generale, lingua e informatica. Sul punto, è importante chiarire che anche la lingua straniera inglese sarà certamente inserita in tale prova, insieme alla comprensione della lingua italiana.

Questa tipologia di prove non rappresenta una novità nel panorama dei concorsi, ma può mettere in difficoltà i meno attenti e necessita, in ultima analisi, di molta pratica e poche nozioni, eccetto che per l'informatica.

La seconda prova, di tipo tecnico-professionale, spazia invece da materie più prettamente giuridiche, a quelle di tipo economico-gestionale. Quest'ultima è senza dubbio maggiormente impegnativa, e richiedererà un bagaglio di conoscenze notevoli e lo studio di materie per alcuni completamente nuove, da valutare poi anche in sede di orale. Ciò rappresenta inevitabilmente un investimento di tempo notevole, sottratto ad altri concorsi. A ciò va aggiunto che, ad oggi, sembra improbabile la pubblicazione di banche dati, che potevano invece essere d'ausilio a coloro dotati di buona memoria.

In conclusione

Senza voler indurre nessuno a desistere dalle proprie legittime aspettative professionali, dalle premesse esposte può concludersi che chi si trova privo di punteggi per titoli inferiori ai 6-8 punti, difficilmente potrà ambire a collocarsi utilmente in graduatoria, nemmeno in caso di scorrimenti successivi. Ciò porta tuttavia ad una riflessione sulle scelte poste dall'Istituto di previdenza rispetto a questo nuovo bando di reclutamento; il meccanismo concorsuale puro per l'assunzione nel pubblico impiego sembra non essere ritenuto più adeguato ai tempi e caratteristiche del mercato, con la tendenza ad introdurre sempre più spesso "correttivi", con il rischio di generare però effetti distorsivi.