Una nuova bufera si abbatte sul sindaco di Roma Ignazio Marino e di riflesso sulla città: questa volta, al sempre più accerchiato e contestato primo cittadino della capitale italiana, vengono contestate spese per svariate migliaia di euro relative a cene catalogate come di rappresentanza, ma che in realtà sarebbero state ad uso personale, anche se pagate mediante la carta di credito in dotazione al sindaco e finanziata con fondi del comune.Insomma, dopo le polemiche per i disordini della capitale, il caso Casamonica, i viaggi talvolta avventati dello stesso Marino e per finire, la clamorosa polemica con Papa Francesco, ora arriva questa brutta tegola, che secondo molti rischia di essere il colpo decisivo per arrivare alle sue dimissioni.

I fatti parlano chiaro: la procura ha aperto un'inchiesta sulle spese sostenute dal sindaco, a seguito degli esposti presentati dal Movimento 5 stelle e da Fratelli d'Italia, con l'acquisizione della documentazione. Ora gli inquirenti dovranno accertare se Marino abbia sostenuto spese con la carta di credito comunale al di fuori dei fini istituzionali. A tal proposito molti ristoratori dichiarano che le cene in oggetto avrebbero riguardato il sindaco e suoi familiari, dunque anche queste testimonianze dovranno essere vagliate.

Marino: "restituisco i soldi, ma non mi dimetto"

A queste accuse Marino ha risposto così con una nota: "in questi due anni ho speso meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell'interesse della città.

E di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia alla città e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome".Dopo di che il sindaco ha smentito l'ipotesi delle sue dimissioni, che era circolata nelle ultime ore, con queste parole: "io continuerò sulla strada del cambiamento e gli stessi cittadini giudicheranno. Ma ora voglio che Roma guardi avanti, guardi all'impegno per il Giubileo, ai cambiamenti necessari perchè i cittadini vivano meglio in una città più moderna e accogliente".