La crisi economica e umanitaria del Venezuela è al centro della campagna elettorale in Spagna. Circa 200mila spagnoli vivono infatti nel Paese sudamericano. Per questo motivo, il presidente del governo in carica, Mariano Rajoy, ha deciso il 26 maggio di convocare al palazzo della Moncloa una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza nazionale per discutere la situazione in Venezuela. Tra le motivazioni della riunione ci sono anche “importanti interessi delle imprese spagnole”.

Mediazione spagnola

La crisi venezuelana è diventata un tema di confronto nella campagna elettorale spagnola.

La scorsa settimana è andato in Venezuela, invitato dal presidente venezuelano Nicolás Maduro, l’ex presidente José Luis Rodríguez Zapatero. Il suo ruolo doveva essere di mediazione per un dialogo con l’opposizione. Peccato che Rodríguez Zapatero abbia incontrato soltanto una parte del conflitto, quella al potere.

Il viaggio di Rivera

Un altro esponente della politica spagnola, di visita a Caracas la scorsa settimana, ha allargato l’orizzonte incontrando anche diversi membri dell’opposizione. Invitato dall’Assemblea nazionale, il leader del partito Ciudadanos, Albert Rivera, ha scelto di vedere direttamente cosa sta accadendo nel Paese sudamericano, dove ci sono i più grandi giacimenti di petrolio al mondo e l’inflazione è del 700%.

Oltre al male più grave, quello della criminalità: nel 2015 sono state uccise 27mila persone.

Democrazia relativa

“È molto difficile per me esprimermi dopo avere sentito tutte le testimonianze. Quello che sta succedendo qui lo racconteremo a tutta la Spagna e tutta l’Europa. Gli spagnoli non guarderanno altrove, alcuni lo fanno, ma non è la maggioranza.

I democratici non sono solo quelli che mettiamo alle urne, ma anche quelli che rispettano i diritti umani. I diritti umani non hanno frontiere… oggi c’è una crisi umanitaria in Venezuela, quello che accade qui è inumano e lo sta facendo un governo. Racconteremo quello che sta succedendo per aiutarvi e non ci fermeremo finché questo Paese non abbia democrazia, diritti umani e libertà.

Non arrendetevi, voi siete forti davanti alle barbarie… in Venezuela ho incontrato molto dolore, molta fame e molta paura, ma anche molta speranza”, ha dichiarato Rivera.

Sorpresa politica

A ricevere il giovane leader di Ciudadanos all’aeroporto c’era Lilian Tintori, moglie del prigioniero politico Leopoldo López. Rivera ha anche incontrato alcuni deputati della coalizione dell’opposizione, Mesa de la Unidad democrática, e l’ex candidato presidenziale Henrique Capriles Randoswki. “Dal punto di vista politico mi ha sorpreso l’unità che c’è nell’opposizione venezuelana. È difficile mettere d’accordo tante correnti e idee diverse, ma la situazione così lo esige”, ha detto Rivera.

Incontri frustrati

Il politico spagnolo partecipò come invitato speciale all’Assemblea nazionale venezuelana. Cercò di visitare il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, ai domiciliari da 18 mesi per incitazione alla violenza, e il sindaco della città San Cristóbal, Daniel Ceballos. Ma il permesso non gli è stato concesso. Rivera è andato anche al carcere militare di Ramo Verde, nella cittadina di Los Teques, dove voleva incontrare Leopoldo López. È tornato in Spagna con la promessa di tornare in Venezuela e con la speranza di poterli conoscere in libertà.