Il 20 gennaio Donald J. Trump si insedierà ufficialmente come presidente degli Stati Uniti d’ America alla casa bianca. Durante il periodo che è andato dalla sua discesa in campo fino a tutt’ oggi abbiamo visto e sentito cose come mai prima d’ora è accaduto durante le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Ora, tralasciando il fatto che Trump è visto come male assoluto da buona parte della stampa americana e non, quello che preme sottolineare in questo articolo è l’ uscita di scena del presidente Barack H. Obama impossibilitato a ricandidarsi dopo il secondo mandato da presidente.

Obama, primo presidente di colore degli U.S.A. è stato visto già prima della sua elezione come un rivoluzionario, premiato immediatamente con un nobel per la pace insensato e con una moglie dal carattere forte che non si è limitata al ruolo di moglie silenziosa, come quasi sempre è stata la first lady americana. Di Obama ricorderemo i selfie, i giorni casual alla casa bianca, una riforma sanitaria incompiuta e il non essere riuscito a fermare il dilagante fenomeno delle “armi per tutti”. Di Michelle la strenua lotta per un’ alimentazione più sana specie per i giovani americani (e questo certo non è un male, anzi). Degli ultimi giorni invece i discorsi di addio e ringraziamento strappalacrime dal tono vagamente hollywoodiano.

E soprattutto il non essere super partes durante la campagna elettorale schierandosi apertamente a favore di Hillary Clinton.

Ma cosa ci ha lasciato Obama?

Soprattutto guerre, più di quelle che ha ereditato dal suo predecessore, che non è ne entrato ne uscito con la nomea di pacifista dalla Casa Bianca. Certo, rimarrà storica la distensione con Cuba e la cattura di Bin Laden, ma rimarrà anche il gelo nei rapporti con la Russia di Putin come non accadeva dalla guerra fredda, rimarranno le truppe in Afghanistan, rimarrà il ritorno in Iraq dopo aver ritirato le truppe perché l’ Isis ha facilmente preso il controllo del paese dopo la partenza americana.

Gli USA di Obama hanno avuto un ruolo chiave nella guerra contro in Siria, addestrando ribelli anti Isis e anti Assad con risultati risibili, sono intervenuti nella diatriba Russo-Ucraina con invio di armi e addestrando i ribelli anti Putin.

Hanno avuto un ruolo nella guerra in Libia, che ancora dopo anni dalla morte di Gheddafi non ha ancora trovato la sua pace.

Ma non solo: Gli Stati Uniti sono intervenuti in Pakistan con ampio uso di droni e hanno dato il via con Cina e Russia a una nuova frontiera dei conflitti, una guerra informatica fatta di cyber attacchi e hackeraggi. Con i cinesi poi si sono avuti varie frizioni dovute alla crisi nel mar cinese meridionale.

Ora spetta al tycoon Trump, c’è solo da aspettare e vedere se con le sue discusse idee riuscirà a fare peggio di così.