L’avventura politica del Movimento Democratici e Progressisti comincia con un atto che va a colpire uno dei più stretti collaboratori di Matteo Renzi. Infatti è stata annunciata la presentazione di una nuova mozione al Senato che chiederà a Luca Lotti di farsi da parte o, in alternativa, al presidente del Consiglio di ritirare le deleghe al ministro dello Sport, finché non sarà chiarito il suo ruolo nel’inchiesta Consip, in cui risulta indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento. Ad informare i giornalisti di questa decisione è stata Cecilia Guerra, presidente del gruppo di senatori che fanno capo a Pierluigi Bersani e Roberto Speranza.

Le mozioni contro Lotti

Questa nuova iniziativa va quindi ad aggiungersi a quella del Movimento 5 Stelle, che ha già presentato nelle settimane scorse una mozione di sfiducia individuale contro il ministro. Comunque dal Mdp fanno sapere che non voteranno il provvedimento del M5S che chiede le immediate dimissioni di Lotti. L’intero governo di Paolo Gentiloni si è invece schierato a favore del braccio destro di Renzi, ribadendo la piena fiducia nei suoi confronti. Non la pensano così tutti gli esponenti del Partito Democratico: il candidato alla segreteria Michele Emiliano, pur non parlando apertamente di dimissioni del ministro, attacca:Ognuno decide con la propria coscienza, visto che per il premier non è necessario dimettersi; comunque io mi sarei dimesso per non indebolire il governo, così come avrei fatto lo stesso se fossi stato il comandante generale dell’Arma o l’ad di Consip, coinvolti nella vicenda, ma il renzismo ha fatto scomparire anche questa abitudine del passato”.

Un attacco a Renzi

Tuttavia, visti i numeri del Senato e la decisione di Forza Italia, che non dovrebbe partecipare al voto, gli esponenti della maggioranza si dicono sicuri che le tutte mozioni saranno bocciate dall’Aula. Certo, fa impressione leggere da parte di ex compagni di partito le espressioni contenute nel documento che, riprendendo un editoriale di Ezio Mauro, parla di “groviglio di potere cresciuto intorno a Matteo Renzi” e non nasconde critiche aperte alla struttura e al finanziamento della fondazione legata all’ex premier. Insomma si attacca Lotti per tentare di colpire ed affondare Renzi, in vista anche della competizione con Emiliano ed Orlando per la leadership del Pd.