Il Movimento 5 Stelle attacca a testa bassa il Partito Democratico, impegnato nei preparativi per le primarie ed il congresso, e in particolare il gruppo più vicino a Matteo Renzi, dopo gli ultimi sviluppi dell’inchiesta Consip. Al centro delle polemiche soprattutto la figura di Luca Lotti. Così i parlamentari del Movimento chiedono che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni possa riferire alla camere sulla posizione del ministro dello Sport, che risulta indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell'indagine che riguarda l'appalto più grande d'Europa (2,7 miliardi).

La mozione di sfiducia

Ma il M5S non si ferma qui: è stata presentata alla Camera e al Senato una mozione di sfiducia contro il ministro perché “il suo coinvolgimento nell’inchiesta Consip è gravissimo”. In una nota i capigruppo del Movimento Elena Montevecchi e Vincenzo Caso spiegano che “al di là degli aspetti giudiziari, sui quali farà luce la magistratura, appare molto rilevante dal punto di vista politico la posizione di Lotti”, tanto da non ritenere più tollerabile la sua presenza nell’esecutivo. A dire il vero il M5S non è l’unica forza politica a giudicare inopportuna la permanenza del ministro dello Sport nel governo: anche Sinistra italiana chiede al presidente del Consiglio di valutare se non sia il caso di intervenire nei confronti di Lotti.

La difesa del Pd

In difesa del braccio destro di Renzi si sono schierati alcuni parlamentari del Pd che hanno subito messo sotto accusa la scelta di una mozione di sfiducia: “Il garantismo del Movimento è durato il tempo dell’apertura di un’indagine sulla sindaca di Roma, Virginia Raggi – ha dichiarato la deputata Alessia Rotta – naturalmente quando tocca a loro bisogna leggere le carte, poi aspettare il primo grado”.

L’accusa è quella di applicare il garantismo solo agli “amici”. Ma la vicenda Consip rischia davvero di essere, come dice Beppe Grillo nel suo blog, una “bomba atomica” che potrebbe dimostrare comeTangentopoli sia iniziata 25 anni fa, senza essere ancora finita”.