Il ritratto di Andrea Orlando tratteggiato da alcuni militanti Pd lunedì scorso a Firenze dove, al teatro Obihall, lo sfidante di Matteo Renzi ha presentato ufficialmente la sua candidatura alla segreteria del partito, è quello di un politico con “un’aria triste, come quella di Enrico (Berlinguer ndr)”. A riportare queste sensazioni, poco benauguranti per l’ex premier di Rignano, è Alessandro De Angelis sul ‘giornale di famiglia’ Dem, Huffington Post. Presenti nella sala, stipata in ogni ordine di posto, oltre alle due fedelissime parlamentari Elisa Simoni e Silvia Velo, anche una pletora di amministratori locali della Toscana, quasi tutti provenienti dall’area ex Ds.

Ma anche in Emilia-Romagna, Lazio e Abruzzo gli orlandiani hanno la possibilità di fare il botto.

Senza contare gli endorsement giunti in queste ultime ore all’indirizzo del ministro della Giustizia da alcuni ‘dinosauri’ come Anna Finocchiaro, Goffredo Bettini, Emanuele Macaluso, Luciano Violante e Ugo Sposetti. Il colpo grosso della campagna acquisti orlandiana è, per il momento, il ministro delle Riforme Finocchiaro. Da più di 30 anni in parlamento, passando come un refolo di vento da una corrente all’altra, il magistrato in aspettativa ha dichiarato a Repubblica: “Io sostengo Andrea Orlando”. Senza contare il ‘lord protettore’ Giorgio Napolitano. Areadem rischia, invece, la scissione, con il ‘capo’ Dario Franceschini, Piero Fassino, Ettore Rosato e il pugliese Alberto Losacco rimasti renziani, al contrario di molti loro ‘compagni’ come l’indeciso Luigi Zanda.

Ancora indeciso il sindaco di Milano Giuseppe Sala, nonostante l’incontro avvenuto ieri, 28 febbraio, con il doppio ex, premier e segretario, mentre Pierfrancesco Maiorino e Francesca Balzani hanno già detto si. Improvvisamente orlandiani anche i parlamentari Borioli, Boccuzzi, Ferrara, D’Ottavio, Bargero, Misiani e Marantelli.

Lista degli amministratori locali orlandiani

Scendendo ai piani più bassi del potere, a fare presenza all’happening fiorentino di Orlando, in rappresentanza della Toscana, c’erano l’ex governatore toscano Claudio Martini, l’assessore alle Infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, l’ex presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, l’ex numero uno della provincia di Siena Simone Bezzini, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, senza contare i numerosi sindaci dei Comuni minori.

Le truppe orlandiane si annunciano numerose anche in Emilia Romagna dove almeno 9 consiglieri regionali sembrano pronti al grande passo. Si tratta della presidente del consiglio regionale Simonetta Saliera e di Stefano Caliandro, Antonio Mummolo, Francesca Marchetti, Roberto Poli (tutti eletti a Bologna). Con loro, Roberta Mori, Maino Marchi (eletti a Reggio Emilia), Luciana Serri e Luca Sabatini (eletti a Modena). Pronti a salire sul carro orlandiano anche i parlamentari Andrea De Maria, Marilena Fabbri a Giancarlo Sangalli. In dubbio i sindaci di Modena e Bologna, Giancarlo Muzzarelli e Virginio Merola.

In Abruzzo il più grande alleato del ‘nuovo Berlinguer’ è l’ex segretario provinciale dell’Aquila Michele Fina.

Anche il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, ha già le valigie pronte. Arruolati anche il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Donato Di Matteo, Giovanni Legnini (vicepresidente Csm), Stefania Misticoni e Pierpaolo Pietrucci. Il presidente della Regione Lazio Luca Zingaretti è ancora in dubbio. In Piemonte si punta al bersaglio grosso Sergio Chiamparino.