A 66 anni Rosy Bindi annuncia il suo addio alla Politica. La dem chiuderà la sua lunga parentesi da parlamentare (durata 27 anni) alla fine della legislatura. Nel corso di una lunga intervista al Fatto Quotidiano, la politica toscana ha spiegato che fare politica significa servire con passione il cittadino. Se non c'è un fuoco che arde, dunque, secondo lei è meglio lasciare. Rosy lascerà Montecitorio al più presto. Cosa farà, poi? L'esponente del Pd ha confessato di avere tanta voglia di viaggiare e dedicarsi nuovamente alla teologia, una delle sue più grandi passioni.

La 66enne, però, non si ritirerà a vita privata. I suoi modelli sono personaggi come Tina Anselmi e Maria Eletta Martini: finché hanno avuto forza e coraggio non sono mai uscite dal 'campo'.

Dalla parte di Orlando

Il Pd è cambiato negli ultimi tempi. Rosy Bindi lo sa bene ma ha cercato sempre di tenersi alla larga dalle discussioni, spesso vivaci tra gli esponenti dem. La leader della Commissione antimafia è convinta che il Pd non sia un partito dell'uomo solo al comando ma necessita di pluralismo. Antirenziana convinta, Rosy spera che il suo partito cambi e non venga diretto da una sola persona. Per tale ragione, è più vicina a Orlando, che rispecchia l'idea di un partito plurale. Durante la lunga intervista al Fatto, insomma, la Bindi ha fatto intendere la sua netta opposizione a Renzi e alle sue idee.

Se c'è un vero leader da seguire, secondo lei, quello è Papa Francesco. Nel Pd Renzi vuole avere il ruolo di guida, quindi la presidente della Commissione parlamentare antimafia sta dalla parte di Orlando ed Emiliano. La scelta, comunque, non sorprende.

Il rinnovo della tessera del partito

Rosy Bindi lascerà il Parlamento ma, probabilmente, non abbandonerà il suo partito.

A febbraio, nel corso di un videoforum di RepubblicaTv, aveva detto di aver rinnovato la tessera del Pd. In quell'occasione Rosy sottolineò che le scissioni interne al Pd sono frutto di divergenze su temi importanti tra le forze interne. E' necessario, per la 66enne, che il partito riconquisti gli elettori persi in questi anni, ovvero i delusi.

La Bindi, così come Romano Prodi, sono stati i capisaldi dell'Ulivo e del Pd. Ora sono affranti per il fatto che il Partito democratico versi in una situazione deprimente, connotata da divisioni interne. Sembra che Prodi, negli ultimi mesi, abbia parlato con molti esponenti dem, come Gentiloni, Letta e Renzi, con l'obiettivo di 'ricucire', o meglio arginare l'ondata scissionista.