Sono finiti i tempi dei pacchi di pasta in cambio di voti, oggi le Elezioni si influenzano con le Fake News. Secondo una ricerca della Trend Micro, il 2017 è stato l'anno d'oro della cyberpropaganda. L'integrazione di internet nella vita di tutti i giorni e la tendenza a cercare nuove fonti di informazione alternative al giornalismo mainstream, sono stati l'humus perfetto per la proliferazione di siti "spacciatori" di notizie false.

Strategie di marketing

In un documento di 81 pagine, la Trend Micro ha delineato con precisione i passi necessari ad una campagna propagandistica basata sulle fake news.

Profilare un target. Costruire una storia falsa da pubblicare e diffondere attraverso i social media, creando un bacino di utenza e una "militarizzazione" del pubblico. Passare poi a distrarre la propria comunità con altre news e iniziare un nuovo ciclo. Questi siti, difatti, sommergono i lettori con notizie riguardanti i più svariati argomenti. In questo marasma si infilano poi altre notizie, di natura politica. L'engagement degli utenti e le loro condivisioni con amici più o meno virtuali fanno il resto.

Gli strumenti

I social media restano gli strumenti principe per influenzare l'opinione pubblica. Le campagne puntano tutto sulla creazione di gruppi e profili falsi su Facebook e Twitter per veicolare le notizie e accrescerne la popolarità incrociando scambi di like e retweet.

Molto spesso si usa lo stesso sistema mettendo online siti multipli che si reindirizzano tra di loro. Si possono creare con poco pubblicità false. In Cina per esempio, secondo la Trend Micro, si può acquistare una pubblicità per soli 15 dollari. In Russia, invece, bastano 621 dollari perché un video arrivi sulla homepage di Youtube.

Tra le strategie c'è anche l'uso di troll che spacciano foto e video falsi per testimonianze di fatti reali, come ad esempio dopo lo scorso attentato a Manchester.

Ma quanto costa?

Si va da un minimo per piccole operazioni alla costruzione di una campagna vera e propria. Nello specifico:

  • 2.600 dollari per creare un finto influencer che abbia almeno 300 mila follower
  • 55.000 dollari per produrre una campagna denigratoria nei confronti di un giornalista
  • 200.000 dollari per istigare proteste di strada
  • 400.000 dollari per 12 mesi di campagna che riesca a influenzare i risultati alle urne

I maggiori mercati

Nella ricerca si individuano le quattro aree che fanno maggiore uso di cyberpropaganda: Russia e Cina, come abbiamo già scritto, Medio Oriente ma anche Regno Unito. Ma ovviamente il fenomeno, anche se in quantità minore, è ormai diffuso a livello mondiale.