La tradizione popolare ce lo ha tramandato da secoli, anche se in alcune culture è una pratica molto comune. Recentemente, uno studio condotto nel Regno Unito, ha confermato che l'unione tra cugini di primo grado raddoppierebbe il rischio per i nascituri di sviluppare difetti di nascita con un'alta probabilità di mortalità precoce.

Lo studio si è reso necessario per ricercare una causa all'alto numero di decessi e di anomalie congenite nei neonati della comunità pachistana in UK. Il rischio di avere un bambino con difetti alla nascita, spesso fatali, a carico di cuore o cervello, è generalmente basso; è invece del 3% nella popolazione pakistana in generale, salendo al 6% in coloro che derivano da unioni tra consanguinei.

I ricercatori hanno inoltre evidenziato un raddoppio del rischio per neonati di donne inglesi bianche di età superiore ai 34 anni. Tale aumento del rischio dal 2% al 4% era comunque già noto. Si rende quindi necessaria, per i professionisti sanitari locali, una formazione specifica proprio nel sollevare la questione con le persone coinvolte.

In uno studio precedente svolto su una comunità multietnica e pubblicato su "The Lancet", i ricercatori hanno esaminato una serie di fattori che avrebbero  potuto avere un ruolo nella comparsa di difetti alla nascita. Ma, nè il basso status socio-economico, nè il fumo materno, nè l'uso di alcol e l'obesità sono risultati fattori di rischio in questa popolazione.

Una maggiore educazione nelle madri è risultata essere un fattore protettivo in tutte le etnie.

Normalmente, è difficile promuovere cambiamenti nelle tradizioni culturali di gruppi di persone, ma l'autore principale dello studio, il dottor Eamonn Sheridan dalla Leeds University, ha osservato come sia auspicabile un cambiamento nelle abitudini culturali che serva a salvare le vite dei nascituri.

Sheridan cita l'altro grande studio di coorte condotto sulla comunità pachistana in Norvegia: "L'incidenza delle unioni tra consanguinei in quella comunità è ormai in declino" ha fatto osservare, sottolineando che in parte questo potrebbe essere dovuto al progressivo adattamento alla cultura norvegese, ma anche merito di una campagna di educazione sanitaria per informare i cittadini dei rischi connessi.

Il professor Neil Small dell'Università di Bradford, che ha co-condotto la ricerca, ha dichiarato che si tratta del primo studio in grado di esplorare tutte le cause di anomalie congenite in una popolazione in cui c'erano numeri sufficienti per testare sia il gruppo di consanguinei che quello di non-consanguinei per arrivare a conclusioni affidabili.

Il ricercatore si augura che informazioni chiare e accessibili derivanti da questo studio e da altri come questo servano ad evidenziare i rischi evitabili e diventino lo standard informativo del counseling prenatale e nella pianificazione dei servizi sanitari.