Gliscienziati dell'università di Sheffield e del Sussex (UK) stannodando vita a un nuovo progetto di simulazione di vita, in particolarela simulazione del cervello delle api da miele, che verrà poicaricata su piccoli robot a forma di insetto che voleranno in manieraautonoma.
Perla scienza è sì una vittoria, considerando gli effetti che questopotrebbe avere su progetti simili che riguarderanno altri esseriviventi possibilmente a scopo terapeutico. Ma per l'Ambiente, forse,l'impatto sarà più infelice.
Considerandoil fatto che le api sono considerate fondamentali per evitare ilcollasso ambientale e che, mentre in Europa ancora ci si sta battendoper eliminare dal commercio e disincentivare l'uso di pesticidi abase di nicotina, responsabili dell'estinzione di queste piccolecreature (negli Stati Uniti non si è riusciti a farlo), taliricerche potrebbero rappresentare un'àncora di salvataggio per ilciclo ambientale.
Ovviamentesi spera che questi sostituti robotici non vadano semplicemente asostituire la funzione impollinativa delle api come nodo essenzialedell'ecosistema, ma che vi sia una integrazione in modo tale da potertornare a guardare all'ambiente in modo meno distruttivo.
Chiamato"Green Brain Project", è stato recentemente finanziato con1.614.700 dollari dall'EPSRC (Engineering and Physical SciencesResearch Council) e si è avvalso della collaborazione di donazionihardware da parte della società Nvidia.
Inparticolare, Nvidia fornirà loro delle unità di elaborazionegrafica ad alte prestazioni, chiamate acceleratori GPU. Questopermetterà ai ricercatori di simulare gli aspetti di un cervellod'ape, utilizzando varie macchine PC finzionanti in parallelo.
Anchese questo servirà certamente anche a promuovere il marchio Nvidia,permetterà ai ricercatori di condurre il progetto più a buon mercato.
IlGreen Brain Project accrescerebbe ulteriormente la nostracomprensione sia dell'intelligenza artificiale che delle basineuroscientifiche della cognizione animale. Infatti, precedentemente,era stato presentato negli Stati Uniti il progetto "Micro AirVehicles" con le api "Robobee" (da parte della HarvardUniversity): anche se la funzione principale sarebbe quella diimpollinare i fiori, le api robot potrebbero persino essereutilizzate per localizzare persone intrappolate a seguito di undisastro oppure per l'esplorazione di luoghi inaccessibili perl'uomo.
Concludendo,l'avvento di un impollinatore artificiale potrebbe fornire unasoluzione (temporanea o permanente) al problema della diminuzionedelle popolazioni di api da miele. Sembra però triste che un dilemmaambientale che potrebbe facilmente essere risolto cambiando leabitudini e i comportamenti collettivi, con l'impegno sociale e dirispetto dell'ambiente da parte dei cittadini europei e americani,arrivi a rappresentare invece una sfida scientifica, con buona pacedi un ecosistema che senza la forza distruttiva dell'uomo è inveceuna "macchina perfetta".