Dopo mesi dimobilitazioni e battaglie mediatiche (vedi il caso di Sofia e dellatrasmissione tv "Le Iene"), una delle più autorevoli rivistescientifiche peer-reviewed, Nature, ieri ha sferrato un duro attaccoal "Metodo Stamina" del Dott. Davide Vannoni, demolendo, in uneditoriale affidato alle parole di Alison Abbott, tutta l'impalcaturametodologica e i risultati di questa terapia scientificamentecontroversa.

Tale metodoscaturirebbe non solo dal plagio di uno studio ucraino pubblicato nel2003 e nel 2006 dal gruppo della D.ssa Elena Schegelskaya,dell'università Kharkov, ma conterrebbe anche dei dati errati.

Nell'editorialedi Nature, Vannoni viene definito senza mezzi termini "apsychologist turned medical entrepreneur" (psicologo trasformato inimprenditore medico), che ha abbindolato la società italiana facendocredere di aver trovato un metodo sicuro per trattare maliincurabili, in modo da ottenere autorizzazioni e finanziamenti(nonostante i dubbi e le perplessità del mondo scientifico di frontealla mancanza di sistematicità e replicabilità dei risultati).

SecondoPaolo Bianco, ricercatore sulle staminali presso l'Università diRoma, tale sperimentazione è uno spreco di tempo e soldi, cheinfonde false speranze in famiglie disperate. Infatti oltre 100persone, per metà bambini, in condizioni cliniche dal Parkinson alcoma, hanno già aderito per partecipare alla sperimentazione,nonostante la non dimostrata efficacia terapeutica.

Perquesto Nature parla di "dinamite politica". Dal 2007 laFondazione Stamina viene autorizzata a trattare pazienti senzapubblicazione di alcun "follow-up" (il report sistematico sulsuccessivo decorso clinico del paziente). Nel maggio 2012 il lavorodella fondazione è stato sospeso a causa della mancanza diprotocolli e metodologie sistematiche, requisito fondamentale di cuisembra essersi accorto anche il governo italiano e l'Agenzia delFarmaco.

Immediate le proteste in piazza e sui social network per ilripristino.

Anchel'Ufficio brevetti degli Stati Uniti aveva respinto la richiesta diVannoni per gli insufficienti dettagli metodologici (e perché lecellule in coltura sembravano "riflettere cambiamenticitotossici'').

Laterapia prevede l'estrazione da pazienti di cellule del midolloosseo, la loro manipolazione in vitro e la re-iniezione; l'immaginedel risultato mostrava due cellule nervose che apparentementevenivano differenziate da cellule immature del midollo osseo.Immagine identica a quella mostrata dalla ricerca ucraina sopracitata, che però aveva utilizzato condizioni sperimentalidifferenti.

In realtà esse possono differenziarsi solo in celluledelle ossa, della pelle o della cartilagine. Nel brevetto Vannoni èrivendicata l'idea che possano invece trasformarsi in altri tipi dicellule. "In realtà nessuno è mai stato in grado di dimostrarein maniera convincente che le cellule del midollo osseo possonoessere convertite in cellule nervose", ha spiegato Elena Cattaneo,ricercatrice sulle staminali che si occupa di malattia di Huntingtonpresso l'Università di Milano.

Nature hacercato di contattare ripetutamente Vannoni per un commento, findallo scorso mercoledì 26 giugno, ma non ha ricevuto alcunarisposta.

IrvingWeissman, direttore dell'Istituto di Stanford per la biologia dellecellule staminali e medicina rigenerativa in California, osserva comeil governo italiano non sarebbe molto saggio sostenendo unasperimentazione che ha dimostrato così poche prove di efficacia.