Il morbo di alzheimer è una sindrome neurodegenerativa progressiva associata all’accumulo di fibrille della proteina beta-amiloide (placche) nel cervello; sempre più risultati clinici rivelano che la comparsa della malattia può dipendere dalla composizione del microbiota (flora batterica) intestinale.I ricercatori del Centre for Nutrition and Health, Universidad Europea del Atlántico, Santander, Spain, hanno osservato che in caso di disbiosi intestinale (alterazione del microbiota), la popolazione dei batteri può rilasciare quantità significative di amiloidi e lipopolisaccaridi; queste tossine hanno un’azione stimolante della produzione di citochine pro-infiammatorie, coinvolte nella patogenesi del morbo di Alzheimer; èstato scoperto che alcuni nutrienti come vitamine, sali minerali, fibre, fitosteroli, contenuti nella frutta e negli ortaggi, acidi grassi polinsaturi omega 3, nei semi oleosi e nel pesce, ad azione antiossidante e anti-infiammatoria, sono in grado di favorire la crescita dei bifidobatteri, necessari all’eubiosi (mantenimento dell’equilibrio del microbiota); sono capaci, dunque, di prevenire la produzione di tossine batteriche coinvolte nell’amiloidogenesi cerebrale (formazione e aggregazione della beta-amiloide).Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Nutrition Reviews, nell’ottobre 2016.

Morbo di Alzheimer

E’ la più comune forma di demenza causata da un disordine della perdita di memoria e da un danneggiamento delle funzioni mentali e comportamentali.In caso di predisposizione genetica, il fattore di rischio principale della malattia è l’avanzamento dell’età, anche se possono esserci altre cause (diabete mellito, iperlipidemia e obesità).Alla base della comparsa dell’Alzheimer, è stata dimostrata un’alterazione nel cervello del processamento proteolitico del precursore della proteina beta-amilode e il conseguente immagazzinamento della proteina stessa tra i neuroni ad azione collante; quest’ultima innesca una risposta immunitaria che conduce alla neuroinfiammazione e neurodegenerazione.

Comunicazione microbiota-cervello

Il microbiota intestinale interviene nel metabolismo degli alimenti, ma può avere un ruolo anche nelle funzioni cerebrali (ansia, depressione, stress, autismo, apprendimento e memoria).La disbiosi intestinale (prevalgono i ceppi di Escherichia Coli), causata da vari fattori (farmaci, stress o dieta sbagliata), è stata messa in relazione, frequentemente, ad una maggiore permeabilità della barriera intestinale ed ematoencefalica; di conseguenza, le tossine prodotte dal microbiota si riversano nel circolo ematico e superano la barriera ematoencefalica; nel cervello possono indurre un ripiegamento errato delle proteine neuronali (misfolding) e la formazione degli aggregati fibrillari insolubili di beta-amiloide.

Le opzioni terapeutiche per contrastare la disbiosi, includono l’utilizzo di prebiotici, come fibre solubili di guar idrolizzato, per aumentare la crescita dei batteri desiderati (probiotici come lattobacilli e bifidobatteri).Viene favorita anche un’alimentazione bilanciata nei macro e micronutrienti, accompagnata daesercizio fisico ad azione anti-infiammatoria (ad esempio, camminata per 30 min al giorno).